L’Italia perde il primato mondiale nella produzione di vino per effetto del caldo torrido di fine estate e la prolungata assenza di pioggia che hanno tagliato drasticamente le stime per la vendemmia 2011 al minimo storico di 42 milioni di ettolitri, oltre il 10 per cento in meno rispetto allo scorso anno.

E’ quanto si evince dai dati Ismea nel sottolineare che per effetto dell’andamento meteorologico si è peraltro praticamente già conclusa  la vendemmia per le uve bianche destinate agli spumanti che nel passato si iniziavano a vendemmiare proprio in questo periodo.

La produzione di vino nel 2011 sembra dunque destinata a raggiungere il livello più basso di sempre, addirittura inferiore ai 42,5 milioni di ettolitri del 2007. La produzione è in calo in tutte le regioni con punte del 20 per cento in Sicilia e Basilicata mentre sembra aumentare solo in Valle d’Aosta, Liguria e Sardegna.

Si tratta del risultato del tempo anomalo di settembre, dopo un agosto che si è classificato al decimo posto tra i più caldi degli ultimi duecento anni e che inoltre con il 73 per cento di precipitazioni in meno rispetto alla media si attesta all’ottavo posto tra i mesi più asciutti dal 1800.

Se da punto di vista quantitativo l’Italia è destinata a perdere abbondantemente il primato mondiale della produzione a vantaggio della Francia dove si stima una vendemmia sui 47,9 milioni di ettolitri, le previsioni sono molto incoraggianti dal punto di vista qualitativo grazie in generale ad una buona condizione delle uve.

Una ottima premessa per il vino Made in Italy che sui mercati esteri potrebbe raggiungere proprio nel 2011 il record storico di vendite all’estero con un fatturato superiore a 4 miliardi, oltre la metà di quello totale di 8 miliardi.

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