La Val d’Aosta con il capoluogo, l’antica Augusta Praetoria e la sua provincia, abbraccia il bacino montano della Dora Baltea fin quasi ad Ivrea, delimitato a sud dal Gran Paradiso, a ovest dal Monte Bianco e a nord dalle Pennine con il Rosa e il Cervino.

In un’area di questo tipo non potevano non abbondare centri di villeggiatura sia estivi che invernali tra cui Courmayeur, Cervinia, Gressoney, Cogne e Saint Vincent.

Gli ottimi pascoli alpini permettono l’allevamento del bestiame bovino e di conseguenza hanno favorito lo sviluppo dell’industri dei latticini, mentre le abbondanti e impetuose acque dei fiumi costituiscono la forza motrice delle centrali idroelettriche, che sono sorte in varie località e la cui alimentazione è regolata da grandi serbatoi artificiali.

Una buona rete stradale, un gran numero di seggiovie e cabinovie rendono facile al turista la visita di tutte le Valli. Il valico del Piccolo San Bernardo e il traforo del Monte Bianco la mettono in comunicazione con la Francia, il Passo e il traforo del Gran San Bernardo con la Svizzera.

CASTELLO FENIS 02In questa cornice da fiaba si inserisce uno dei castelli più affascinanti di tutta la regione: quello di Fénis. Assieme ai castelli di Verrès e di Issogne è tra i più visitati e presenta ancora quella grandiosità tipica dei castelli medievali tardogotici.

Edificato alla fine del XIII secolo, è giunto a noi nelle forme più evolute tra il XIV ed il XV secolo grazie agli Challant, la famiglia nobile più importante e potente di tutta la Val D’Aosta.

Ha l’aspetto tipico di una fortezza medievale, costruita però anche con lo scopo di dimora signorile, come dimostrano gli arredi interni, gli splendidi affreschi e il fatto che potesse ospitare circa sessanta persone tra il feudatario, il personale di servizio e la guarnigione militare.

Le parti architettoniche degne di nota sono il cortile con l’elegante scalone semicircolare, le torri merlate, i mastodontici camini (di cui si dice che uno in particolare sia il più grande d’Europa), la cappella ed il salone di rappresentanza.

E’ circondato all’esterno da verdissimi paesaggi con prati e boschi lungo le pendici delle montagne, a non molta distanza dalla sponda destra della Dora Baltea.

Il primo documento che testimonia la presenza del castello denominato “castrum de Fenicio” è del 1242, quando i fratelli Aimone, Goffredo e Bosone IV di Challant, sottoscrivono l’atto di vassallaggio al conte di Savoia con relativo dono feudale.

AFFRESCO CASTELLO FENISGli affreschi più belli come il San Giorgio che uccide il drago, del primo ventennio del XV secolo, sulla parete sovrastante lo scalone semicircolare, sono di Giacomo Jaquerio e della sua bottega restano anche una Crocifissione, una Madonna della Misericordia, un’Annunciazione e figure di Santi del 1420 circa, presenti nella cappella attigua alla sala Baronale.

Il castello dopo varie vicissitudini e l’abbandono definitivo, venne acquistato da Alfredo d’Andrade nel XIX secolo, che dopo averlo restaurato lo donò allo Stato. Ora è di proprietà della Regione autonoma Valle d’Aosta.

Ma non si può percepire la bellezza di un luogo da uno scritto, solo gli occhi possono preservare la memoria indelebile che suscita un contesto di cotanto splendore e che ognuno porterà dentro per sempre.

La visita del castello e delle attrattive della Val d’Aosta ci conduce anche verso itinerari di degustazione enogastronomica.

Le specialità della cucina valdostana hanno ovviamente caratteristiche legate alla natura montuosa della regione.

Il pane nero di segale, usato anche nei paesi di tradizione francofona, è utilizzato secco nel latte o nel brodo. Di ottima qualità sono il burro, la panna e i formaggi quali la toma e la fontina d’alpeggio. Ancora meritano attenzioni i salumi, la selvaggina e i pesci d’acqua dolce.

CARBONADEAntipasto tipico è l’affettato di “mocetta” (una sorta di bresaola di bovina o di camoscio) e un secondo sostanzioso, la “carbonade”, ovvero uno spezzatino di manzo essiccato cotto nel vino rosso, con accompagnamento di polenta taragna.

Come frutti si distinguono le pere “martin sec”, le mele renette, i mirtilli, i lamponi, le noci, da cui si ricava uno squisito olio e le mandorle.

Rilevanti i vini DOC: Donnaz, il Blanch de Morgex, la Torrette. Famoso ancora come liquore è il Génépy des Alpes a base di erbe di montagna e il caffè caldo valdostano, conosciuto come “grolla dell’amicizia”, con aggiunta grappa, zucchero, buccia d’arancia o limone e spezie.

Insomma la Val d’Aosta è una regione magica, che cattura con le sue caratteristiche case rurali, i colori dei suoi fiori e la freschezza dei suoi maestosi ghiacciai. Bella in tutte le stagioni.

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