CAGLIARI. Creazione di “distretti turistico-alimentari”, individuazione di nuovi itinerari wine & food a circuito nazionale, messa a punto di un tavolo di lavoro congiunto per definire progetti e verificare la possibilità di una partecipazione finanziaria congiunta: da più parti richiesta, per i Ministri delle Politiche Agricole e del Turismo la creazione di una regia unica nazionale per valorizzare il turismo enogastronomico italiano – 18 milioni le presenze di turisti per circuiti enogastronomici nel 2010, pari a circa il 5% della totalità del comparto turistico (di questi 35% italiani) – passa dalla promozione del “Brand Italia”, Paese dell’arte, della bellezza, dei territori e dell’enogastronomia, ricchezze il cui valore non può essere considerato separatamente.

Ecco i contenuti del “Nuovo accordo interministeriale per la valorizzazione degli itinerari di eccellenza”, sancito a Vinitaly 2011 dai Ministri Saverio Romano e Michela Vittoria Brambilla, illustrati da Pierluigi Ronchetti, coordinatore Commissione per la Valorizzazione del Turismo Enogastronomico del Ministero al Turismo, al Forum Europeo “Strade del Vino e Sviluppo Economico Locale” delle Città del Vino, di scena qualche giorno fa a Cagliari.

“Mettere a sistema il grande patrimonio agroalimentare e rurale anche per una promozione a fini turistici: è questo l’obbiettivo del protocollo di intesa che i Ministri Romano e Brambilla hanno firmato a Vinitaly 2011 a Verona”, ha spiegato Ronchetti, per promuovere il turismo enogastronomico in Italia, voce fondamentale dell’intero settore turistico e, dunque, dell’economia nazionale: “193 euro è la spesa media giornaliera di un enoturista, per pernottamento, ristorazione ed acquisto di prodotti locali tra cui il vino, cresciuta del 18% rispetto al 2003”, ha aggiunto Ronchetti.

Per il presidente delle Città del Vino Giampaolo Pioli il cammino comune intrapreso dai due Ministeri è sì “un primo passo verso la creazione di una regia unica nazionale, ma, per funzionare e raggiungere l’obbiettivo di promuovere il turismo enogastronomico, dovrà necessariamente coinvolgere gli attori dei territori del vino e rurali, tutti coloro cioè che quotidianamente operano sul territorio – istituzioni ed imprenditori in primis – e che sono gli artefici del successo dell’enoturismo. Ed investire risorse, in progetti e in formazione”.

Tra i punti essenziali dell’accordo interministeriale vi sono la valorizzazione integrata di sistemi locali (enogastronomico, turistico rurali) attraverso progetti pilota e la definizione di “distretti turistico-alimentari” come risorsa per promuovere, oltre alle ricchezze del territorio, il meglio della sua produzione agroalimentare.

Ma la valorizzazione del turismo enogastronomico passerà anche attraverso l’individuazione e la promozione di nuovi itinerari a carattere nazionale, cioè circuiti nazionali di eccellenza per il turismo tematico, in linea con la tendenza della pratica del turismo su misura e dell’intrecciarsi di passioni ed interessi diversi quando si è in viaggio.

Infine, la creazione di un gruppo di lavoro congiunto che dovrà definire annualmente attività e progetti, e che verificherà la possibilità di partecipazione finanziaria congiunta in programmi comuni. Ma, soprattutto, al centro dell’accordo c’è la volontà di promuovere e comunicare il “Brand Italia”, puntando sulle ricchezze storiche, culturali, ambientali ed enogastronomiche che il Belpaese è tra i pochi al mondo a poter vantare ad alti livelli. Anche perché ognuna di queste ricchezze non “vive” e non esprime appieno il suo valore, senza le altre.

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