Spesso ci si dimentica che in pieno centro storico di Salerno, a Largo Plebiscito, si trova il Museo Diocesano, nell’edificio che un tempo fu seminario, ristrutturato nella sua veste attuale nel 1832.
Non a caso viene talvolta chiamato “Museo degli Avori”, in riferimento al più prezioso dei tesori artistici custoditi, davvero sbalorditivo per la bellezza e la raffinatezza di esecuzione.
Si tratta della più grande e completa raccolta del mondo di tavolette di avorio medioevali della Cristianità, risalenti alla prima metà del XII secolo.
La serie è composta da ben 67 pezzi, di cui 37 illustrati con scene dell’Antico e Nuovo Testamento, probabilmente un tempo inseriti in un paliotto d’altare.
Ad oggi non sono state ritrovate notizie storiche coeve dell’opera, il cui primo accenno risale a un documento del 1510, mentre un vero elenco viene citato in un altro documento del 1575.

Avorio di Abramo e Isacco
Avorio La Cacciata dal Paradiso Terrestre

Le tavolette in avorio, conservate in una piccola sala dedicata, illuminate da piccole luci a led in un ambiente volutamente semioscuro, emozionano per la raffinatezza artistica e lo stato di conservazione che le rende davvero uniche. Le scene del Vecchio e Nuovo testamento sono vivide ed emozionanti nella loro chiarezza ed è davvero difficile staccarne lo sguardo per passare a esplorare le altre sezioni del museo.
Nella sala successiva si trova una croce lignea, detta di Roberto il Guiscardo, rivestita da due lamine d’ottone con pietre dure e smalti traslucidi attribuiti al senese Tondino del Guerrino, della prima metà del Trecento.

Un’altra croce, detta del Barliario, è dipinta e risale agli inizi del Duecento.
Si passa quindi a vedere le undici stupende pergamene miniate illustrate relative al Preconio Pasquale, della prima metà del XIII secolo.
A queste opere si affiancano anche i dieci codici medioevali, tra cui il Pontificale è quello più interessante dal punto di vista artistico perché realizzato in almeno due momenti successivi tra la fine del XIII e l’inizio del XIV secolo, come si deduce dalla diversità degli stemmi a piede di pagina e degli stili e tecniche utilizzati.
Nel museo è presente una raccolta di tempere su tavole e due polittici di autori del panorama cittadino e regionale, che spaziano tra il XIV e il XVI secolo, tra cui una Pietà, una Crocifissione, una Madonna con Bambino e una Incoronazione della Vergine.

Pietà – Andrea Sabatini – Prima metà del XVI sec
Madonna con Bambino – Maestro dei Polittici Francescani
Crocifissione – Roberto de Odorisio

Tra le tele, quasi cento dipinti, sono presenti opere caravaggesche di autore ignoto, opere di Andrea Sabatini di scuola raffaelitica, due grandi “teloni” del piemontese Giovan Battista Beinaschi, una tela di Luca Giordano.

Luca Giordano – Gesù scaccia i mercanti dal tempio – 1670 ca.

Poche le opere scultoree, ma vanno segnalati una piccola statua marmorea del Quattrocento raffigurante una Madonna con Bambino, un San Giuseppe in legno dorato del Quattrocento e una Madonna delle Grazie in terracotta dipinta.

Natività in alabastro del XVI secolo

Altri pezzi pregiati sono dati da un sigillo di Romualdo II Guarna, un anello vescovile d’argento del secolo XVII proveniente dalla Cattedrale, un affresco staccato raffigurante due santi del secolo XIII proveniente dalla chiesa di S. Maria de Lama di Salerno, quattro lastre a mosaico del secolo XII, due frammenti di pluteo con motivi geometrici e vegetali del secolo IX un tempo utilizzati come gradini della Cripta della Cattedrale, una lapide in latino e una in ebraico, un’urna reliquaria in alabastro del secolo X-XI.

Statua di San Martino
Exultet XIII secolo

Da non trascurare il lapidario, in cui è conservata una lapide datata 1078, primo documento della conquista normanna di Salerno, e il medagliere che conserva migliaia di monete dall’Antichità al Rinascimento.

Nello stesso edificio è presente anche la Biblioteca e l’Archivio Diocesano, dove sono conservati antichi volumi, documenti e centinaia di pergamene medievali.
Il Museo Diocesano è un vero scrigno d’arte, da non trascurare assolutamente né dai salernitani, né nell’ambito di una offerta turistica per i visitatori della città.

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