Ad una ottantina di chilometri da Salerno e ad una manciata da Vallo della Lucania, Castelnuovo Cilento potrebbe essere un borgo di grande valore.
Potrebbe…
Si sceglie di andarci sostanzialmente per due ragioni: il bel castello del XIII secolo e le opere di Guerino Galzerano.
Sul primo non vi sono dubbi di valore, d’altronde si tratta di uno dei castelli più rappresentativi e meglio restaurati di tutto il Cilento.
Il nucleo storico di fattura longobarda normanna rappresentò a lungo un punto strategico per la difesa del territorio. Abbandonato verso la fine del Settecento, danneggiato in seguito dai terremoti, fu rimesso in sesto verso il finire degli anni Sessanta del secolo scorso.
Un comodo parcheggio per raggiungerlo, spazi intatti che riportano indietro in sol colpo, un altrettanto antico albero di gelsi che fa generosamente ombra a tutti.
Peccato che sia abbandonato a se stesso, così come lo sono le opere di Galzerano. E a poco vale capire il perché, c’è solo bisogno di far presto.
Quest’ultimo, un uomo con una storia difficile, forse considerato semplicemente matto dai suoi concittadini, ma che (senza dubbi) ha lasciato in dono al suo paese una serie di lavori che sono diventati virali in rete, che richiamano attenzione, che raccontano di un animo artistico e visionario.
La sua casa coperta interamente di ciottoli, il giardino, la sua tomba monumentale: in parte stanno per essere perdute definitivamente.
Potrebbe essere un binomio vincente in una stagione alle porte in cui il turismo rurale, che vuole protagonisti i piccoli centri, di certo troverà conforto, anche se a seguito di una terribile pandemia.
Castelnuovo Cilento chiede attenzione, ha necessità di attenzione. E’ abbandonato a se stesso o per lo meno così appare.
E se questo potesse essere un appello, speriamo venga raccolto presto!

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