Anche l’orecchio vuole la sua parte. E, se viene accontentato, come dimostrato dagli studiosi di tutto il mondo l’udito sorprendentemente può risultare un valido alleato per ritrovare la forma perduta. Infatti, le persone mangiano di meno se ascoltano il suono della masticazione del cibo.

È quanto emerge da uno studio condotto da un gruppo di ricercatori della Brigham Young University e della Colorado State University, pubblicato sulla rivista americana Food Quality and Preference: durante i test i volontari che sono riusciti ad ascoltare il rumore della masticazione del cibo, sono stati anche quelli che hanno consumato una porzione minore di snack croccanti (2,75 contro 4), consumando un 30% di calorie in meno rispetto a chi invece era disturbato da suoni e rumori di sottofondo esterni quali tv, radio e musica negli auricolari.

A seconda del tipo di snack, il rumore della masticazione può raggiungere anche i 63 decibel, più del suono prodotto da una normale conversazione (60 decibel) e dal fruscio delle foglie (20 decibel). Una sensazione questa denominata dagli studiosi “crunch effect”.

I prodotti alimentari oggigiorno si comprano e si vendono anche puntando sul richiamo dei sensi, e in particolare sull’esperienza che, grazie alla loro particolare consistenza, regalano quando vengono assaporati.

E, secondo i dati dell’Osservatorio Immagino GS1 Italy 2022, è proprio “croccante” la texture più segnalata sulle etichette e anche la numero uno in termini di vendite (3,2%) e giro d’affari generato dai prodotti che la riportano, confermando il dato clamoroso del +18,3% fatto registrare nel 2020, l’anno della pandemia e dello smart working.

È quanto emerge da una serie di approfondimenti condotti sulle principali testate internazionali del settore del benessere e dell’alimentazione da Espresso Communication per Vitavigor, azienda italiana famosa in tutto il mondo per El Super Grissin de Milan.

Il cibo, dunque, non affascina solo con il suo odore, il suo aspetto o il suo sapore ma anche attraverso il suono: infatti, tutti i prodotti croccanti sono come una musica per i sensi.

Infatti, contengono significati specifici per il nostro cervello come ha dimostrato uno studio condotto da Charles Spence, psicologo sperimentale dell’Università di Oxford, secondo cui qualsiasi prodotto gustoso e croccante viene elaborato dal nostro cervello come sano. Addirittura, secondo uno studio pubblicato su Appetite, la semplice lettura della parola “croccante” sulla confezione o nelle varie pubblicità può influire positivamente sul gradimento di un consumatore prima ancora che questi abbia effettivamente assaggiato e gustato il prodotto.

Gli effetti benefici della croccantezza, come spiegato da una ricerca condotta dall’università americana Ball State University, si estendono anche sulle persone stressate che in questi momenti desiderano mangiare prodotti croccanti, con un aumento della produzione di serotonina che ha un effetto calmante e rilassante sulla psiche delle persone.

C’è un altro dato affascinante che spiega perché abbiamo una predilezione per i cibi croccanti: ogni prodotto che si può sgranocchiare, infatti, richiede un tempo maggiore di masticazione e ciò consente un incremento della consapevolezza e piacere nel consumo di cibo, prevenendo gli episodi di sovralimentazione oltre che di cattiva digestione.

Il suono è tipicamente etichettato come il senso dimenticato del cibo e mascherare il rumore degli alimenti masticati, ad esempio guardando la TV durante i pasti, elimina uno dei sensi legati al cibo, portando ad un suo maggiore consumo.

Diversi studi scientifici hanno dimostrato la correlazione deleteria fra le maggiori quantità di cibo ingerito e gli schermi accesi durante i pasti, rispetto a pranzi o cene senza distrazioni di alcun genere.

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