ROMAGNANO AL MONTE (SA). Arroccato su un vertiginoso picco collinare a 650 metri dal livello del mare, è un piccolo borgo che dall’alto di uno sperone roccioso si affaccia suggestivamente sulla profonda vallata che segna il confine tra Campania e Basilicata.

Vecchio più di 1000 anni e che da sempre viveva di attività legate all’agricoltura, ha cessato di vivere 30 anni fa, quando il 23 novembre 1980 la terrà tremò per lunghissimi 90 secondi. Alcune case crollarono, tutte le altre rimasero gravemente lesionate. Romagnano al Monte fu abbandonato, per sempre.

Oggi di questo suggestivo borgo rimangono la stupenda posizione scenografica e la spettralità dovuta alla mancanza dei suoi abitanti, ferma al giorno del terremoto.

Lo scorrere del tempo è svelato solo dall’avanzare della vegetazione che ha avviluppato case e cose, per il resto, camminando con prudenza per le stradine lastricate in pietra, si viene pervasi dalla sensazione di un luogo che ha conservato gli spazi ma ha perso il tempo, cristallizzato per sempre.

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