Il pandoro, come il panettone, è uno dei dolci simbolo del Natale. Uno dei più conosciuti al mondo e gioiello della pasticceria italiana. Come da tradizione, l’alimentazione italiana si basa sulle tradizioni locali ed anche il pandoro ha la sua origine geografica specifica.

E’ la città di Verona a riconoscerne la paternità, definendolo alimento tipico e tradizionale. Dolce, la cui storia risale a molti secoli fa.

C’è chi riconduce la sua scoperta all’epoca della Repubblica Veneziana, intorno al 1500 e c’è chi invece lo ricollega ad un altro dolce tipico veronese, sempre a forma di stella “il Nadalin”, che le famiglie veronesi preparavano per Natale.

Creato per la prima volta nel 1260 per festeggiare il primo Natale dopo l’investitura dei nobili Della Scala e dei Signori di Verona, inizialmente era costituito da un tronco di stella con otto punte e non troppo alto, completamente ricoperto di glassa. Solo intorno all’ ‘800, il dolce cambiò forma. Venne alzato, le punte ridotte a cinque e la glassa fu eliminata.

Fu così che anche il suo nome venne modificato nell’attuale “Pandoro”. Un dolce tipico che negli anni si è tramandato di generazione in generazione, fino al 1894 quando la tipica ricetta di Domenico Melegatti fu brevettata con la tipica forma a cinque punte.

Ma anche sulla forma ci sono molte diatribe. Si racconta che Melegatti brevettò la ricetta, mentre, la forma fu opera di Angelo Dell’Oca Bianca, pittore impressionista. Una cosa resta certa: il nome Pandoro deriva dal suo tipico colore, dato dalla presenza, nell’impasto di una gran quantità di uova.

Un’altra storia racconta la nascita del pandoro come costola del tipico Pane di Vienna, ottenuto dalla lavorazione di un impasto ricco di burro. Secondo un’altra leggenda, il pandoro deriverebbe dal “Pan de oro”, un dolce ricoperto di sottili foglie di oro zecchino, da cui probabilmente deriva l’attuale nome, che veniva servito sulle tavole dei ricchi veneziani.

Storia a parte, il Pandoro è un prodotto tipico, ottenuto da ingredienti semplici. Nel Pandoro, si annoverano: farina, zucchero, uova, burro e burro di cacao. La sua preparazione è complessa e si svolge in più fasi che si susseguono, impiegando molte ore di lavoro.

Negli anni, le case produttrici lo hanno guarnito di creme o canditi, ma anche di cioccolato o glassa. Il classico è quello senza farcitura ricoperto solo da uno strato di zucchero velo. Classico e intramontabile.

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