Cinque tappe nelle cinque regioni che negli ultimi anni sono state più colpite dalla piaga degli incendi per informare sui rischi e sulle possibilità d’intervento, per mostrare i corretti comportamenti da tenere nel caso di avvistamento di un rogo, per rendere i cittadini più consapevoli del fatto che il fenomeno degli incendi dolosi può essere fermato con la collaborazione di tutti.

È la missione della nuova edizione di “Non scherzate col fuoco”, la campagna nazionale di Legambiente e Dipartimento della Protezione Civile, per la cura del patrimonio forestale e la prevenzione degli incendi. Quest’anno tutti gli eventi della campagna saranno concentrati nelle cinque regioni che maggiormente vivono il problema degli incendi boschivi: Calabria, Campania, Puglia, Sicilia e Sardegna.

Alcune zone del Paese, infatti, nonostante l’opera di prevenzione, lotta attiva e investigazione del Corpo forestale dello Stato e di tutte le forze impegnate sul campo, continuano a essere particolarmente colpite. Se nel 2010, infatti, abbiamo assistito a una lieve diminuzione del fenomeno incendi in tutto il Paese, i numeri relativi ai primi 6 mesi del 2011 sono tutt’altro che confortanti. Secondo i dati del Corpo forestale dello Stato, nel 2010 su tutto il territorio nazionale si sono verificati 4.884 roghi che hanno percorso una superficie di 46.537 ettari di cui 19.356 di bosco.

La prima tappa di “Non scherzate col fuoco” si è svolta in Puglia, al Pulo di Gurgo nel territorio di Andria, città premiata, lo scorso anno, da Legambiente con la bandiera “Bosco Sicuro”, quale riconoscimento per l’ottimo lavoro di mitigazione del rischio incendi.

In Puglia, nel 2010 si sono verificati ben 473 incendi, che hanno trasformato in cenere una superficie complessiva di 5.020 ettari, di cui 2.066 di boschi e foreste.

“Proprio in Puglia – dichiara Francesco Tarantini, Presidente di Legambiente Puglia – nell’ultimo anno, in controtendenza con l’andamento positivo del resto del Paese, si è registrato, rispetto al 2009, un aumento del 40% dei roghi e la superficie andata in fumo ha avuto un incremento di quasi il 7%. Per questo – aggiunge Tarantini –  è importante non abbassare la guardia contro un fenomeno che oltre a rappresentare un enorme pericolo per l’incolumità pubblica, ogni anno provoca la perdita di un’inestimabile risorsa di ossigeno, di biodiversità e bellezze naturali”.

Analizzando con attenzione i dati relativi ai roghi che sono divampati lo scorso anno in Puglia risulta che è Bari la provincia più colpita dalle fiamme: 134 incendi hanno trasformato in cenere 1.617 ettari di territorio, di cui un terzo boscato. La provincia meno interessata dal fenomeno dei roghi è stata Brindisi, dove 12 incendi hanno percorso una superficie di 17 ettari di territorio. Tra le situazioni più gravi, si evidenziano due incendi: uno a Spinazzola in provincia di BT, a fine luglio che ha bruciato 428 ettari di territorio e un altro a Toritto, nel barese, in località Quarto, dove un solo rogo ha distrutto 233 ettari di superficie forestale.

Dai piccoli ai grandi comuni della Puglia, nel 2010 sono 113 le amministrazioni locali che hanno dovuto rispondere all’emergenza incendi. Di questi il 16% nel foggiano e il 10% nel territorio salentino. Se in Provincia di Bari ci sono stati più incendi e più aree forestali percorse dal fuoco, sono l’8% i comuni interessati dall’emergenza. Mentre in provincia di Foggia, a fronte di dati più contenuti sul numero incendi e aree boschive distrutte, sono 40 i comuni che hanno dovuto far fronte al pericolo delle fiamme.

Nonostante questi dati, in Puglia si registra un’attenzione sempre più alta sull’emergenza roghi: un trend positivo caratterizza i comuni che svolgono un lavoro positivo di mitigazione degli incendi boschivi. Se nel 2008 il 77% dei comuni svolgevano un buon operato, nell’ultimo anno sono oltre l’80%. Incoraggiante e in linea con gli anni passati è il dato sull’istituzione del catasto delle aree percorse dal fuoco, realizzato e aggiornato circa da 7 comuni su dieci . Ed è proprio il censimento delle superfici incendiate, che rappresenta il punto cruciale nella lotta agli incendi. Perché è questa stessa mappatura a vincolare e proteggere le aree percorse dal fuoco da mire criminali  e/o speculative. Buone anche le attività di informazione, prevenzione e avvistamento adottate dalle amministrazioni comunali pugliesi.

Nonostante le difficoltà oggettive di un territorio tanto vasto e spesso impraticabile, risulta forte e determinata l’azione di prevenzione in questo settore del Corpo Forestale dello Stato. Nell’ultimo anno, in Puglia, il Corpo Forestale dello Stato ha effettuato 8 sequestri, sono stati identificati e denunciati 33 “criminali incendiari”, arrivando all’arresto di 1 persona. Inoltre, nel territorio pugliese sono state accertate 598 infrazioni, di cui 199 nella provincia di Foggia, 166 nel barese e 159 nel tarantino. Verifiche che comprendono sia illeciti dolosi che comportamenti imprudenti che violano la legge mettendo a rischio il patrimonio forestale.

Alla fine dell’estate “Non scherzate col fuoco” presenterà anche i risultati del monitoraggio sul lavoro che i Comuni svolgono per prevenire e contrastare gli incendi boschivi, come previsto dalla Legge Quadro 353/2000.

“Il lavoro d’informazione e sensibilizzazione è alla base della prevenzione – conclude Paola Tartabini, Legambiente Nazionale – così come l’attività di spegnimento e le sanzioni sono indispensabili nel contrasto dei roghi. Per combattere efficacemente il fenomeno però è necessario eliminare a monte il motivo per cui si appiccano incendi in questo Paese, ovvero la speculazione sulla gestione delle aree bruciate. La legge per evitare che questo accada esiste, ma è necessario che i Comuni realizzino il catasto dei territori percorsi dal fuoco in modo che si possa sapere con certezza quali sono queste aree”.

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