NAPOLI. Finalmente nella città partenopea, a partire dal 9 giugno 2014, la pizza ha trovato la sua giusta e degna collocazione, nel museo MIP, a lei dedicato.

Con l’inaugurazione del MIP in città, la regina della tavola napoletana, sua maestà la margherita, può a tutti gli effetti definirsi una specialità culinaria che porterà ancora più in alto il nome di Napoli e della “napoletaneità” in tutto il Mondo.

La pizza, si sa, è l’emblema di Napoli, nata dall’ingegno della gente umile, che per saziarsi adottò la strategia di mangiarne una o più durante la giornata. Le donne scendevano dalla collina del Vomero intonando canzoni popolari, portando sulla testa la famosa “stufa” che conteneva calde e morbide pizze, che avvolte nella carta di giornale un tantino unticcia, erano il pasto del popolino napoletano, pronto ad indebitarsi, pagandole dopo una settimana o forse due, se tutto andava per il verso giusto.

Nel dicembre del 2009 l’Unione europea, su richiesta del parlamento italiano, ha concesso la denominazione STG-Specialità Tradizionale Garantita- a salvaguardia della tradizionale pizza napoletana, tra cui la “Margherita” e la “Marinara”.
Il Museo nasce in uno degli ambienti del MAMT, Museo Mediterraneo dell’arte, della musica e delle tradizioni, sito in piazza Municipio in un’ala dello storico edificio dell’ex Grand Hotel de Londres.

Il MIP viene inaugurato in seguito ad un esperimento fatto nel 2012, per volontà dell’Associazione Pizzaioli Napoletani, promotrice dell’Academy of Pizza, una scuola di formazione professionale che apre ai corsi di specializzazione rivolti ai professionisti associati, tra cui quello per pizza senza glutine.

La visita al museo è garantita dalle 10 alle 20, tutti i giorni della settimana ed il percorso museale raccogli cimeli ed esposizioni di interessantissime foto d’epoca. Venti foto storiche sono state donate al museo dalle più antiche pizzerie napoletane, perfino quella con Sofia Loren, scattata a Materdei e tratta dal celebre film “L’oro di Napoli”. Inoltre ad arricchire la collezione museale, allestita dalla Dottoressa Pia Molinari, tantissimi strumenti che adesso non si usano più nelle pizzerie moderne, soprattutto in legno e rame, come splendidi porta-pizza decorati, oliere, setacci, pale, l’insolita vasca per l’impasto o il mortaio per il sale, e ancora bilance e le schiumarole per la pizza fritta, autentico cibo da strada.

Studiando le fonti storiografiche del popolo partenopeo, le tematiche prevalenti che caratterizzano il percorso espositivo sono: l’antropologia dell’alimentazione, la paternità ed il primato dell’invenzione della pizza, la storia della nascita della pizza, il prodotto quale elemento basilare della dieta mediterranea. Infine all’interno del museo è stata anche allestita la pizzeria, dove pagando il biglietto d’ingresso è compresa la degustazione di una pizza. A garantire l’apertura del forno su turni, trecento pizzaioli dell’Associazione si alterneranno durante l’anno.

Per l’occasione nel weekend, una delegazione di venti giornalisti, provenienti da varie parti del Mondo, è stata ospitata per diffondere la notizia su tutti i quotidiani, e per far conoscere questa realtà unica nel suo genere. Per avere maggiori notizie ed informazioni si può visitare il sito del MAMT www.mamt.it, oppure consultare quello dell’associazione Pizzaioli Napoletani www.pizzaiuolinapoletani.it
Citando il cantautore Pino Daniele è proprio il caso di dire: “Fatte ‘na pizza c’a pummarola ‘ncoppa vedrai che il mondo poi ti sorriderà”.

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