Italia Paese di Patrimoni Immateriali. Possiamo affermarlo senza indugi, visto che alla recente richiesta di candidatura dell’arte della pizza napoletana, segue quella del pesto alla genovese.
Da poco, inoltre, è stato dato il via libera all’iscrizione della vite ad alberello di uve Zibibbo che caratterizza l’isola di Pantelleria, in Sicilia.
Nella prestigiosa Lista dei Patrimoni Culturali dell’Umanità l’Italia può anche già contare sull’iscrizione dei “Paesaggi vitivinicoli del Piemonte: Langhe-Roero e Monferrato (2014)”, dell’Etna (2013), della Dieta Mediterranea (2010) e di nove zone delle Dolomiti (2009).
“Il patrimonio immateriale dell’umanità è un giusto riconoscimento per una tradizione conservata nel tempo da intere generazioni che deve rappresentare anche una difesa nei confronti delle troppe imitazioni, a tutela del basilico genovese a denominazione di origine (Dop)”. Lo afferma la Coldiretti, e lo sostengono anche tutti gli attori coinvolti nella sua coltivazione e nella trasformazione in pesto.
La tecnica tradizionale di lavorazione al mortaio è l’elemento caratterizzante del pesto genovese insieme al basilico genovese a denominazione di Origine (DOP) iscritto nella lista dell’Unione Europea, che è contraddistinto da foglie piccole e convesse e un profumo intenso legato al territorio di coltivazione e mantenuto grazie al fatto che sono commercializzate le piantine intere complete di radici.