La disposizione delle posate che conosciamo oggi e che sono presenti sulla nostra tavola accanto ai piatti, risale solamente al XVIII secolo, in un processo di modernità che il grande sociologo tedesco Norbert Elias definì di “civilizzazione dei costumi”.

Molti secoli prima vi era l’usanza di prendere le pietanze con le prime tre dita della mano destra, coltelli e forchette erano riservate ai cuochi. Gli uomini mangiavano seduti a terra su stuoie, avevano ciotole di terracotta per bevande o zuppe e rudimentali cucchiai di legno. Per ovviare al problema dell’igiene e dei cattivi odori, si usavano acque profumate diluite con essenze, dove poter intingere le dita e sciacquarsi.

Con la diffusione delle pratiche agricole e la nascita dei primi centri urbani, l’uso degli attrezzi da cucina prese piede e iniziarono a comparire le prime forme di galateo della tavola.

Dopo ben quattro secoli, a partire dal Medioevo sino al 1700, si abbandonò l’usanza di mangiare con le mani o di usare la fetta di pane come piatto e si passò alle posate. Sicuramente il cucchiaio è la posata più antica. I cucchiai inizialmente furono delle vere e proprie opere d’arte, persino scolpiti nel legno. Furono destinati a tutti i ceti della società, anche ai più poveri, ma divennero ben presto nelle corti oggetti di lusso e simbolo di ricchezza, infatti potevano essere in avorio, metalli preziosi e con i manici intarsiati con pietre di valore, soprattutto nel XVII secolo.

Per quanto riguarda il coltello invece, anche questo può vantare una lunga storia di secoli, poiché si tratta di un pugnale, che può passare dalla tavola ad uso difensivo. Nel Rinascimento il coltello divenne distintivo di prestigio e potere, ricoprendosi d’oro o d’argento con manici in avorio o madreperla.

Nel XVII secolo in Francia, grazie ad un editto del cardinale Richelieu, primo ministro di Luigi XIII, la punta di coltello fu arrotondata, giacché il cancelliere Séguier e molti altri personaggi della nobiltà, stuzzicavano i denti durante i pasti, con la punta del coltello.

Posate per la carne in argento - epoca Liberty
Posate per la carne in argento – epoca Liberty

La forchetta è la posata più “giovane” tra tutte. Diffusasi in Italia già nel XV secolo, come testimonia un dipinto di Sandro Botticelli, raffigurante il quarto episodio di Nostagio degli Onesti, una novella del Decamerone di Boccaccio, ambientata nella Ravenna del Duecento.

In Francia poco dopo fece la sua apparizione la forchetta, precisamente nel 1533 su volontà di Caterina de’ Medici, mettendo in enorme difficoltà la sua corte, che accolse quell’oggetto con molta diffidenza.

L’uso della forchetta infatti rimase trascurato, in quanto considerato stravagante e rivoluzionario. Re Luigi XIV preferiva usare le dita delle mani e adattò la forchetta solamente quando si trasferì a Versailles.

Le prime forchette erano dotate di soli due denti, poi nel1640 divennero tre e nel 1680 quattro. A partire dalla seconda metà del XIX secolo la forchetta fu considerata uno strumento democratico, adatto a tutte le classi e l’invenzione di un metallo simile all’argento nel 1844 portò alla fabbricazione di posati individuali.

Inoltre furono inventate numerose altre posate per il pesce, i coltelli da burro e vari tipi di cucchiai specifici da salse o dessert.

Annamaria Parlato

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