di Antonella Petitti
ph Giovanni Alfano
Lei è rotonda, carnosa, ma soprattutto fortemente profumata e aromatica. La pesca gourmet ha un nome che si ispira al gigante sassoso del nostro sistema solare: Saturnia.
E’ la pesca piatta che non ti aspetti, perché la tradizionale Tabacchiera ci aveva abituati a tutt’altro gusto ed anche per questo il lavoro sul miglioramento varietale resta un prezioso strumento sia per l’agricoltura che per i consumatori sempre più evoluti.
Figlia dell’Azienda Agricola Eleuteri oggi insiste su poco meno che cento ettari tra le province di Macerata e Fermo, nelle Marche.
Una storia di famiglia e di eccellenza, una di quelle belle storie che fanno grande il Made in Italy. Tra gli ambasciatori più appassionati e convinti lo chef pluristellato Mario Uliassi, marchigiano che ama portare la propria terra (ed il proprio mare!) sulla sua preziosa tavola.
Ma la lista è solo all’inizio, da diversi anni Marco Eleuteri – frontman della Saturnia – si diverte a dimostrare la grande versatilità di questa pesca stimolando menù dedicati e sperimentali.
La prima uscita ufficiale fuori regione la Saturnia l’ha fatta a Cetara. Un arrivo in grande stile che ha abbracciato generosamente (smorzandola) la salinità e la persistenza delle alici locali e della colatura.
Un simbolo per questo suggestivo borgo marinaro della Costa d’Amalfi, ma anche fil rouge di un ristorante cult: l’Acquapazza.
Storico indirizzo di due pilastri della ristorazione locale come Gennaro Castiello e Gennaro Marciante, i quali hanno dato vita ad un menù davvero godereccio, originale e riproponibile.
Perché se il cibo è meticcio di natura, le commistioni sono sempre un arricchimento quando si va oltre il “locale” per scegliere qualità superiore.
Ad aprire le danze un abbinamento tradizionale con una celebre sostituzione. Gustare i filetti di alici con una fettina di limone (straordinari i giardini cetaresi di Sfusato amalfitano!) qui è abitudine, ma con l’arrivo della Saturnia l’eccezione è diventata una interessante alternativa.
Il piatto più riuscito della serata è stato lo Spaghetto con alici di Cetara, pesca Saturnia, mandorle e pinoli. Rassicurante, dal gusto pieno e facilmente replicabile.
Divertente l’idea di utilizzare la Saturnia come fosse il “ripieno” di un tortino di alici. Due gusti essenziali che hanno visto la pesca schiacciata prendere il sopravvento con la sua dolcezza, messa a posto subito con qualche goccia di colatura di alici all’uscita.
Accompagnatori pieni di carattere due vini che, insieme, hanno portato nel bicchiere i due territori protagonisti: le Marche e la Costa d’Amalfi. Dapprima un prodotto bandiera per la viticoltura eroica della costiera come il Fior d’Uva 2017 delle Cantine Marisa Cuomo, poi un ottimo (e ancora in forma) Verdicchio dei Castelli di Jesi – Classico Riserva del 2004 di Pievalta. Anche nel bicchiere, dunque, due interpreti schietti e fedeli.
Per concludere con dolcezza un gelato alla pesca con pezzettoni di Saturnia. Equilibrato, pulito, rispettoso delle caratteristiche organolettiche dell’ospite d’onore.
Ma non v’è cena d’autore senza sorpresa finale, quella che s’accoglie con la gioia dei sensi appagati. Si chiama GenTonic l’ultima trovata dell’Acquapazza: un gin tonic (mutato nel diminutivo di Gennaro 😉 ) con frutta (in questo caso pesca Saturnia e limone) e qualche goccia di colatura di alici di Cetara. Inutile dirlo siamo in linea con i più interessanti trend della mixology!
C’è chi aggiunge sali provenienti da luoghi remoti e chi valorizza l’anima delle alici, stillata lentamente dai terzigni. Perché a tavola come nella vita, vince chi sa valorizzare davvero ciò che ha.
Un matrimonio certamente riuscito quello tra la Saturnia e le alici, di cui sono stata una divertita e coinvolta testimone…