Da qualche giorno la Rucola della Piana del Sele IGP è ufficialmente il 311° prodotto italiano a marchio europeo DOP-IGP-STG.

È stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale Europea l’iscrizione nel registro delle denominazioni d’origine protette e delle indicazioni geografiche protette della “Rucola della Piana del Sele”.

La Commissione europea con la pubblicazione del regolamento di decisione ha approvato e ufficialmente registrato la denominazione.

Non posso che esprimere soddisfazione, dopo anni di intenso lavoro portato avanti con i tanti imprenditori che hanno creduto nel progetto – le prime parole di Vito Busillo, presidente di Coldiretti Salerno e dell’associazione per la valorizzazione dei prodotti di quarta gamma della Piana del Seleè stato un lavoro condiviso e un riconoscimento importante al lavoro di tanti imprenditori che hanno operato per creare il primo polo produttivo italiano. Un ringraziamento particolare va al Ministero delle Politiche agricole, in particolare a Luigi Polizzi, che con il suo staff ci ha accompagnato e sostenuto in un percorso lungo e non semplice. Un grazie ad Antonio Falessi di Coldiretti Campania e Michele Bianco che hanno lavorato operativamente alla stesura del regolamento”.

I numeri della rucola della Piana del Sele

Attualmente si tratta di una superficie di circa 3600 ettari, distribuiti su otto comuni, con una produzione media degli ultimi anni pari a 400 milioni di chili di prodotto, che è il 73% circa della produzione nazionale, con un fatturato medio annuo di oltre 680 milioni di euro e consentirà lo sbarco sul mercato di un prodotto a marchio europeo che nel 2018 ha visto la produzione di 400 milioni di chili in 430 aziende, di cui il 60% guidate da giovani con un’agricoltura 4.0 a forte valore di innovazione tecnologica e sostenibilità ambientale.

Le previsioni prevedono una crescita che si stima intorno al 20%, come si evince dagli studi di Ismea pubblicati di recente sulle performance dei prodotti a marchio. L’IGP spingerà il fatturato della rucola della Piana del Sele a 850 milioni di euro, posizionandola al terzo posto tra i marchio, bandiere del made in Italy solo dopo Grana Padano dop e Parmigiano Reggiano dop.

E’ una buona notizia in un momento difficile per la quarta gamma – conclude Busillo – l’Indicazione geografica protetta porterà a un’ulteriore crescita del mercato, con l’auspicio ovviamente che riparta l’economia legata al comparto della ristorazione, delle cerimonie e l’export, fermi a causa dell’emergenza Covid”.

Rispondi

Please enter your comment!
Please enter your name here