Non è certo privilegio di tutti compiere il proprio percorso universitario all’interno di una reggia, ma è quel che da 90 anni accade a Portici, in provincia di Napoli, dove la prestigiosa Facoltà di Agraria si trova all’interno della residenza reale fatta costruire tra il 1738 e il 1742 da Carlo di Borbone.
Narrano le cronache che nel maggio 1737, al ritorno da un viaggio in nave a Castellammare, una improvvisa tempesta sorprese il vascello su cui si trovavano il giovane re, all’epoca ventiduenne, e la sua giovanissima sposa, Maria Amalia di Sassonia, che all’epoca aveva appena quattordici anni.
Per sfuggire ai marosi il vascello andò a rifugiarsi nel porto del Granatello e la coppia reale venne accolta a villa Leucopetra (secondo altre versioni a Villa d’Elboeuf), una ricca residenza cinquecentesca con giardini e viali che conducevano al mare, per molto tempo riferimento e cenacolo culturale dell’area di Portici.
Durante la breve permanenza i reali apprezzarono la bellezza del luogo e la mitezza del clima e ne rimasero incantati, tanto che Carlo commissionò all’architetto Giovanni Antonio Medrano la costruzione di una residenza sul mare. Dopo due anni i lavori vennero affidati ad Antonio Canevari con la partecipazione di Luigi Vanvitelli.
Durante lo scavo delle fondamenta vennero scoperti numerosi reperti di epoca romana, grazie ai quali nel palazzo il re volle realizzare nel 1758 l’Herculanense Museum, che divenne meta privilegiata dei viaggiatori del Grand Tour. Successivamente, con la realizzazione del Museo Archeologico di Napoli, nel 1816, i reperti vennero spostati in questa nuova sede.
A monte e a valle della residenza vennero ampliati il parco e il bosco che si estendeva dal Vesuvio fino al mare, utilizzato da Carlo di Borbone come riserva personale di caccia. Venne creato anche uno zoo, con animali fatti arrivare da varie parti del mondo.
Dopo il periodo napoleonico e la successiva Restaurazione, il re Ferdinando II di Borbone fece realizzare la ferrovia Napoli-Portici, prima linea ferrata in Italia, inaugurata nel 1839, per collegare le due residenze reali.



Dopo l’Unificazione d’Italia la reggia venne assegnata alla Provincia di Napoli e nel 1872 vi fu istituita la Reale Scuola Superiore di Agricoltura, confluita nel 1935 nell’Università Federico II di Napoli come Facoltà di Agraria.
Scienza, cultura e storia si mescolano in questo pregioso edificio della città di Portici, oggi visitabile per riscoprirne i fasti e le meraviglie.
Gli ambienti esposti al pubblico comprendono gli scaloni monumentali, gli appartamenti reali, l’orto botanico, il galoppatoio e parte dei giardini.
Già nel salire verso il primo piano si è colpiti dagli affreschi dipinti dallo scenografo di corte Vincenzo Re che danno una visione prospettica fortemente amplificata degli ambienti. Balaustre, colonne, cupole e finti sfondi sembrano moltiplicare gli spazi, trasmettendo la sensazione di trovarsi in un luogo ancora più grande della realtà. La stessa scenografia si ripete nella prima grande sala, Sala delle Guardie, per poi passare a decorazioni di diverso tipo che richiamano spesso lo stile grottesco e pompeiano. Una notevole eccezione, vera chicca artistica legata alle mode del tempo, è data dalla Sala Cinese (oggi Aula Magna della Facoltà), una vera immersione in atmosfere orientali, realizzata per volontà della regina Amalia Vittoria.

È una sala ampia, dipinta a tempera e colla su intonaco dal pittore campano Antonio Cipullo. Molte sono le scene raffigurate, tra cui un corteo di autorità cinesi, giovani che danzano gioiosamente e un imperatore seduto su un trono maestoso, sormontato da un baldacchino.
L’originario Herculanense Museum, è stato ricreato in maniera digitale, ma stupisce ugualmente per la perfetta riproduzione degli affreschi romani e per la ricca documentazione relativa alla sua epoca.
Nel cortile e nel parco si trova una collezione di antiche macchine agricole, mentre nel palazzo si trova una raccolta di strumenti scientifici sette- e ottocenteschi sia del periodo borbonico, sia della Reale Scuola Superiore di Agricoltura.
A monte della reggia si trova l’orto botanico, uno dei più antichi d’Europa, rimaneggiato in varie epoche, che presenta angoli particolarmente suggestivi come il felceto, il palmeto e il giardino segreto.
A valle, ben visibile da un’ampia terrazza semicircolare, il grande parco che anticamente raggiungeva il mare oggi si divide tra pertinenza della reggia e parco pubblico, ma la suggestione dell’insieme rimane assolutamente integra.
La reggia è aperta tutti i giorni con eccezione del lunedì.
Nei fine settimana è possibile effettuare anche visite guidate.





















