Delle oltre 7.000 varietà di patate esistenti al mondo un posto di primo piano lo occupa, senza ombra di dubbio, la patata del Fucino, prodotta nell’altopiano ad un’altezza fra i 650 ed i 680 m.s.l.lm che si trova ai piedi del Parco nazionale d’Abruzzo.
Non tutti però forse sanno che anticamente, ma neanche troppo, il Fucino era un lago, terzo per estensione in Italia dopo quello del Garda ed il Lago Maggiore.
Purtroppo al Lago del Fucino mancava un emissario naturale per cui, nel corso degli anni, con una intelligente opera di ingegneria idraulica, si cercò di ridurre o addirittura di eliminare i rischi di allagamento con la conseguente perdita di di raccolti.
Ricordiamo che il primo tentativo di prosciugamento fu iniziato da Giulio Cesare che voleva trasformare il fondo del lago in un granaio per Roma, tentativo non del tutto riuscito. Ce ne furono naturalmente altri fino a quello del principe Alessandro Torlonia che diede inizio ai lavori nel 1854 e fine nel 1876.
Il risultato fu quello di ottenere un particolare ambiente di coltivazione, oltre alla sinergia fra terreno, microclima ed acqua. E così la patata del Fucino è diventata molto conosciuta ed apprezzata da tutti i mercati per le sue caratteristiche organolettiche, per la sapidità e la lunga conservabilità.
Ed oggi, con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale in data 18/7/2016 le caratteristiche organolettiche, date dalle proprietà del terreno e dal clima finalmente vengono riconosciute come uniche, tanto da rendere questo tubero ineguagliabile per “sapidità” e lunga “serbevolezza”.
E proprio alla patata del Fucino, nei primi giorni di questo aprile, è stato promosso ed organizzato presso l’Auditorium E.Fermi a Celano, in provincia de L’Aquila, un convegno che ha visto la partecipazione di una folla di esperti, produttori, industriali, imprenditori agricoli nonché di aziende di confezionamento e lavorazione del prodotto.
Tutti i numerosi relatori sono stati concordi nel sottolineare come il Fucino sia una pianura di circa 13.000 ettari, a 700 mt s.l.m., con un clima continentale, inverni rigidi e piovosi ed estati calde e afose. Ideale per la coltivazione della patata tanto da essere il prodotto principe di questo territorio.
Naturalmente il marchio IGP rende identificabile la produzione del Fucino a tutela del consumatore, spesse volte ingannato da molteplici tentativi di spacciare per patate del Fucino quelle provenienti da altre regioni. Tutti d’accordo nel riconoscere quanto sia necessario ripagare gli sforzi che gli operatori del settore hanno sostenuto e sostengono per produrre patate di qualità, per cui è quanto mai necessario fare ogni sforzo per affrontare i mercati, in un contesto nazionale ed internazionale .
E’ stato ricordato che l’Abruzzo, con la piana del Fucino ed i suoi 4000 ettari investiti a patata, si posiziona al terzo posto in Italia dopo l’Emilia-Romagna e la Campania.
Esteticamente la patata di qualità deve essere attraente, forma e calibro regolare, buccia liscia e brillante e requisiti organolettici che, tutti insieme, soddisfano le esigenze del consumatore.
Il canale della GDA, Grande distribuzione, resta per ora quello preferito dal consumatore mentre l’e-commerce è ancora piuttosto indietro. Buona, invece, l’industria della surgelazione che offre l’opportunità di preservare le caratteristiche qualitative del prodotto, capace di immettere sul mercato prodotti a pronto uso, con elevato contenuto di servizi e di qualità certificata.
Di tutto questo si occupano, in particolare l’Associazione Marsicana Produttori di Patate (AMPP) e Covalpa Abruzzo che, insieme, formano un gruppo operativo capace di completare la filiera dell’agroalimentare nella produzione, commercializzazione e trasformazione di prodotti orticoli e pataticoli, rispondendo così a precise necessità di mercato, legate alla globalizzazione degli stili di vita e delle consuetudini alimentari nel contesto dell’intera Europa continentale.
Angelo Lo Rizzo