Seppure nell’immaginario collettivo la Cina è il Paese delle contraffazioni, esistono strade percorribili affinché sia garantita la qualità di alcuni prodotti alimentari. E’ il caso dell’olio, difatti lo scorso 4 marzo è stato siglato un Protocollo d’intesa tra il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali e l’AQSIQ (Amministrazione generale per la supervisione della qualità l’ispezione e la quarantena) della Repubblica Popolare Cinese sul tema dei controlli di qualità sull’olio d’oliva.

Il Memorandum prevede un accresciuto scambio di informazioni e know-how tra i dipartimenti competenti al fine di assicurare un miglior coordinamento in tema di controlli. L’accordo contiene anche l’offerta da parte italiana di attività di formazione di esperti cinesi preposti ad effettuare i controlli di qualità dell’olio d’oliva italiano. Tale formazione contribuirà a rilanciare l’export italiano verso la Cina nel settore dell’olio d’oliva anche attraverso l’auspicata partecipazione da parte delle associazioni di categoria e dei consorzi.

L’occasione della visita della delegazione cinese è stata anche un importante momento di riflessione su diversi temi fitosanitari, come la possibile inclusione di altre regioni  italiane del Protocollo d’intesa già in vigore sulle esportazioni di Kiwi e lo stato dell’arte del Protocollo d’Intesa sugli agrumi. Inoltre, si è esaminata la questione delle esportazioni del riso da risotto e del tabacco grezzo e in sigari.

Le controparti cinesi si sono impegnate sia a fornire risposte per quanto di competenza sia a trasmettere le istanze della parte italiana agli altri dipartimenti dell’AQSIQ responsabili per i diversi settori. Infine si è convenuto di individuare funzionari di riferimento per garantire la continuità dei rapporti tra le due Amministrazioni.

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