L’inquinamento atmosferico continua ad essere un problema globale serio, soprattutto per chi abita nelle grosse metropoli. Si calcola che un quarto della popolazione mondiale sia esposto a concentrazioni non salutari di inquinanti ambientali outdoor.

In particolare, i bambini sono maggiormente a rischio, a causa dell’immaturità del loro sistema respiratorio.

Secondo il rapporto dell’Oms “Review of evidence on health aspects of air pollution”, l’esposizione a lungo termine al particolato fine (Pm 2,5) può provocare arteriosclerosi, disturbi alla nascita e malattie respiratorie tra i bambini, tracciando un possibile legame con lo sviluppo neurologico generale, le funzioni cognitive e il diabete.

“Le infezioni delle basse vie respiratorie” sottolinea il prof. Umberto Solimene, Presidente del Centro di Ricerche Bioclimatologia Medica, Medicina termale e Scienze del benessere dell’ Università degli Studi di Milano, esperto del Comitato Scientifico Acqua Panna e promotore della campagna educativa “Quando cresce un bambino” (www.quandocresceunbambino.it) “rappresentano una delle patologie più spesso associata all’inquinamento atmosferico indoor e outdoor: secondo i dati validati dall’Oms, nei paesi sviluppati si stima che un 20% di queste infezioni sia attribuibile a cause ambientali, che salgono al 42% nei paesi in via di sviluppo. Infatti problemi respiratori, come l’asma, risentono dello smog peggiorando con l’esposizione ad inquinanti ambientali.”

Questo poiché le vie respiratorie dei piccoli sono più ristrette rispetto a quelle di un adulto: in questo modo le particelle irritanti possono agire più velocemente, causando maggiori difficoltà respiratorie e cronicizzando le patologie associate.(1)
Come proteggere gli adulti di domani? Assicurandosi che bevano un’adeguata quantità di acqua, per aiutare l’organismo a smaltire le scorie che hanno bypassato i filtri fisiologici, evitandone il ristagno: “Un adeguato apporto idrico permette infatti il corretto svolgimento delle attività metaboliche, nell’adulto come nel bambino, aiutando ad eliminare le sostanze nocive” evidenza il prof. Solimene.

“In particolare, bere acqua oligominerale risulta essere la risposta più sicura ed efficacie al bisogno di liquidi del bambino e dell’adolescente, grazie alla sua azione di lavaggio depurativo e alla sua purezza.”
L’assunzione giornaliera di acqua consigliata varia in base all’età: circa 0,680 l/die (attraverso il latte) dagli 0 a 6 mesi, da 0,8 a 1 l/die tra 6 e 12 mesi, 1-,1,5 l da 1 a 4 anni, 1,6 l/die dai 4 agli 8 anni, 1,9 l/die per le ragazze dai 9 ai 13 anni e 2,1 l/die per i ragazzi nella stessa fascia di età.
Inoltre, è importante curare l’alimentazione per garantire un giusto apporto di nutrienti, e quindi l’energia sufficiente affinché il sistema immunitario possa far fronte alle sfide atmosferiche quotidiane; limitare l’uso dell’auto per il beneficio globale sull’atmosfera, ad esempio preferendo il trasporto pubblico.

Ma anche altri piccoli accorgimenti quotidiani, come evitare di portare a passeggio i bambini lungo strade affollate nelle ore di punta, poiché la concentrazione di inquinanti aumenta, senza considerare che il passeggino si trova ad un’altezza in cui è facile respirare i gas di scarico delle auto.

Una volta arrivati a casa, meglio lavare spesso la faccia e le mani, intensificando la frequenza del lavaggio dei capelli. Infine, punto fondamentale areare le stanze, evitando di fumare specialmente in presenza dei più piccoli.

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