Al momento la parola d’ordine è turismo di prossimità e parchi monumentali e musei stanno per riaprire.
In Campania ci sono bellezze stupefacenti che a giorni non aspettano che una nostra visita.
Una di queste si trova a Valva, un comune collinare nell’interno della provincia di Salerno, dove si trova la meravigliosa Villa dei Marchesi d’Ayala di Valva e l’annesso parco, alle pendici del Monte Marzano. Un’oasi di pace e arte insospettabile per un’area relativamente remota della Campania, un autentico gioiello, tra i più stupefacenti dell’intera Regione.


Anche se il suo castello è di costruzione relativamente recente, nei 18 ettari del parco le stratificazioni storiche e i continui apporti architettonici partono dall’epoca romana fino ai giorni nostri.

L’epoca normanna

Un momento fondamentale per Valva e Villa d’Ayala è l’epoca normanna quando divenne feudo di un signore di nome Gozzolino che fece realizzare la torre normanna che, pur danneggiata dal sisma del 1980, ancora si erge a guardia del parco.

Accanto a essa, alla fine del Settecento un suo discendente, il marchese Giuseppe Maria Valva fece sorgere una villa che riecheggiava, pur in proporzione ridotta, il castello vescovile rinascimentale del Buonconsiglio a Trento.

Oltre alla costruzione del castello, il marchese ebbe l’idea di realizzare un magnifico giardino, adatto a stupire e conquistare qualsiasi visitatore e allo scopo si avvalse dell’opera dei migliori botanici, giardinieri e floricoltori del regno.

Nacquero, così, il bosco ceduo, i frutteti, i viali di platani, magnolie e cedri, i due parterres all’italiana, le peschiere, il laghetto e il teatrino di verzura ad anfiteatro capace di mille posti, realizzato con siepi di bosso, tra le quali fanno capolino numerosi spettatori in marmo, ordinatamente seduti ai loro posti, ma distratti nel guardare la natura circostante.

Il neoclassico nella Villa d’Ayala

Seguendo un’ispirazione neoclassica molto in voga all’epoca, si trovano, come nascosti nel verde, altri capolavori scultorei: fantastiche creature di pietra, dei, ninfe e puttini. Giunti in un piazzale a forma di semicerchio si incontrano le statue delle Muse, di fronte alle quali si apre la porta del giardino interno, recintato da un muro, con viali che disegnano vagamente un’arpa. Ogni scorcio ha un sapore fiabesco e surreale in un percorso che sembra fuori da qualsiasi tempo.


Gli alberi centenari, molti dei quali importati da diverse parti del mondo e qui ben acclimatati, le piante ad alto fusto, i giardini botanici dai diversi motivi floreali, le siepi potate in forme geometriche rendono il paesaggio veramente rigoglioso. In un’area del parco ci sono diverse grotte.

In una di queste, detta dei “mostri”, si notano statue d’aspetto orribile, oltre a Vulcano, che batte il ferro rovente sull’incudine. Davanti al porticato che protegge l’ingresso, vi sono cinque statue di marmo bianchissimo raffigurano le arti: la Musica, la Danza, il Canto, la Pittura e la Scultura.

Se pensiamo che qui vi erano cervi e caprioli che popolavano il parco liberamente, possiamo comprendere l’inclinazione dei Marchesi d’Ayala nel rendere il luogo, già a partire dal 1108, ed almeno fino al 1951, un posto speciale con un forte impatto di riserva naturale. E speciali sono stati anche tanti tra i suoi frequentatori dal passato fino al presente, da Giuseppe Bonaparte a Carla Fracci.

Il castello della Villa

Magicamente inserito nella magnificenza del grande parco, si trova lo splendido Castello che sorge nell’area del vecchio palazzo baronale. Il complesso, per l’origine normanna della casa marchesale, rispecchia lo stile architettonico dell’epoca.

E’ tutto merlato e nel punto Nord è adiacente ad una grossa torre detta “fortino”, dotata di merlature di tipo ghibellino. Al piano terra, oltre la sala delle armi, vi è una bella cucina voltata.

Al piano ammezzato si trova una lunga serie di vani tra loro intercomunicanti adibiti, nel corso degli anni, a vari usi; da visitare la Cappella della Madonna di Filermo, dove annualmente i Cavalieri di Malta celebrano una messa commemorativa, con belle volte arcuate.

Al primo piano, detto nobiliare, un vasto salone affrescato e con un grande camino su colonnine in pietra, ci introduce all’appartamento marchesale, in origine ricco di dipinti, statue, arredi lignei e libri (attualmente depositati presso gli archivi della Soprintendenza).
Alla morte del marchese Giuseppe Maria Valva nel 1831, non avendo eredi diretti, la villa passò per via matrimoniale ai d’Ayala, strettamente legati al Sovrano Militare Ordine di Malta. Fu infatti più tardi, intorno al 1867, che la Villa acquistò maggiore splendore, per opera del Marchese Francesco d’ Ayala-Valva.

Gli ultimi lavori ed interventi vennero realizzati pertanto dal marchese Francesco Saverio d’Ayala, fino alla sua morte avvenuta nel 1959; in mancanza di eredi diretti, il marchese volle donare la villa e tutte le proprietà all’Ordine cavalleresco di Malta cui apparteneva.

Oggi questo stupendo complesso è aperto al pubblico nei fine settimana.

Per le informazioni di visita consigliamo di visitare il sito: http://www.villadayala.altervista.org o di contattare il numero 349 0946232.

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