Ormai lo diciamo da anni ai villeggianti che trascorrono le vacanze di mare nel Cilento: godetevi il mare strepitoso della sua costa, ma ricordatevi che il Cilento non è solo mare, è tanto altro.
E allora il consiglio è di prendersi una pausa da lettini e ombrelloni e volgere lo sguardo verso l’interno, dove si trova il cuore verde del Cilento, per andare a scoprire i paesi che si trovano tra le ondulazioni collinari, dove ritmi lenti e interminabili silenzi permettono di assaporare un modo di vivere che si svolge pacato e uguale a sé stesso da decenni.
Volendone scegliere uno, il paese di Stio esprime molto bene i sapori, ritmi e paesaggi che connotano questo territorio. Lontano da ogni clamore e fragore, le sue case di pietra circondano la bella chiesa parrocchiale del 1742, dedicata ai santi Pietro e Paolo, e rivelano le sue origini antiche, riconducibili probabilmente all’epoca normanna, intorno all’anno Mille.
É abbastanza accreditata l’ipotesi che il suo nome derivi dal latino ostium, per indicarne la porta di accesso al Feudo di Magliano, che a sua volta faceva parte della Baronia di Novi. Ancora oggi in paese è presente il Palazzo dei Pasca di Magliano che ne testimonia l’appartenenza.
In epoca medioevale il borgo era fortificato e aveva la funzione strategica di controllare la via che collegava i castelli di Gioi e Magliano. Vi si svolgeva un importantissimo mercato, la Fiera della Croce, nata intorno al 1400, che richiamava mercanti da terre lontane e ne fece il fulcro del commercio della seta.
Ai giorni nostri il paese colpisce per la sua bella posizione nel verde, circondato da rilievi montani ammantati di bosco, e per il buon stato di conservazione del centro storico.
Molto bella e suggestiva la Chiesa Parrocchiale di San Pietro e Paolo la cui torre campanaria su quattro ordini svetta possente verso l’alto.
L’interno barocco, non eccessivamente carico, e la bella cupola centrale le conferiscono imponenza, grazia e bellezza allo stesso tempo.
Da qui il percorso, che si può effettuare lungo via Roma e via Armando Diaz, si snoda tra le case in pietra del centro storico, ornate da antichi portali, ingentilite da fiori e piante che gli abitanti adorano sistemare davanti gli usci e sotto le finestre.
Sì arriva così verso la parte bassa del paese e ai bei ruderi restaurati dell’originaria chiesa di San Pietro e Paolo del X secolo, di cui sono ancora visibili parti delle mura perimetrali e gli altari.
La passeggiata può proseguire verso i vecchi lavatoi (via della Fonte), ancora presenti qui e in diversi altri piccoli paesi del Cilento interno, per risalire poi verso il centro passando davanti alla piccola Cappella di Santa Sofia (via Santa Sofia), del XVII secolo, e imboccando la via Trieste e Trento si ritorna al punto di partenza.
A breve distanza dal paese, imboccando per 1 km la strada per Laurino, si può raggiungere la Valle del Torrente Gaudo, dove si trovano diversi mulini ad acqua in buono stato di conservazione, suggestivamente immersi nel verde della vegetazione.
Si tratta di una passeggiata semplice ma allo stesso tempo profonda, volta alla conoscenza del Cilento più autentico, dei suoi abitanti, del loro genuino stile di vita, e la stessa strada, relativamente tortuosa, necessaria per raggiungere questo grazioso paese che sa di antico, rappresenta un prezioso percorso esperienziale attraverso angoli remoti di questo territorio la cui bellezza rimarrebbe altrimenti sconosciuta ai più.