Può sembrare strano, ma con Paxos avevo un appuntamento da quarant’anni, quando la vidi per la prima volta su un atlante di geografia, situata poco a sud di Corfù, di fronte alla costa dell’Epiro, 25 chilometri quadrati di verde e di baie meravigliose.
Incredibilmente, ogni volta che accarezzavo l’idea di andarci qualcosa faceva cambiare la mia destinazione, ma intanto rimaneva lì, nel mio cuore e nei miei progetti di viaggio.
Dopo tanta attesa, quest’anno finalmente niente è riuscito a distogliermi dal raggiungerla e così, dopo un viaggio in auto e traghetto via Bari e Igoumenitsa, sono finalmente sbarcato al porto di Gaios, da dove però Gaios, uno dei tre paesi costieri di Paxos, non si vede perché nascosto dietro un lussureggiante isolotto.
Quello che si vede però subito è la bellissima vegetazione isolana, costituita soprattutto da cipressi e ulivi.
Una quantità di ulivi davvero impressionante; si dice che sull’isola ve ne siano più di trecentomila anche se, a differenza di quanto si potrebbe credere, solo una minima parte viene sfruttata per la produzione dell’olio.
Gaios, dicevamo, è scenograficamente protetta alla vista e dalle mareggiate dal vicinissimo isolotto di San Nicola che ne è separato da un lungo e stretto canale navigabile.


Nella parte settentrionale dell’isola si trovano le altre due località costiere, Loggos e Lakka. Va detto che tutte e tre le località sono molto carine, con stradine linde e piccole case pittoresche che si affacciano sul mare, e i turisti vi si distribuiscono in maniera abbastanza uniforme, per cui non è semplicissimo sceglierne una per il proprio soggiorno.

Personalmente ho scelto una casa privata – in realtà una bella villa con giardino e piscina – alla periferia di Loggos (per periferia intendo a 200m dal mare perché il paese è davvero minuscolo) sia perché mi sembrava il centro più carino, sia perché si trova strategicamente a metà strada tra gli altri due.
Soprattutto fuori dall’alta stagione le case private non sono molto care e, a parte quelle che si trovano tramite i soliti canali (booking o airbnb), sull’isola si trovano infinite soluzioni perché non vi è quasi edificio dove non venga affittata l’intera struttura o singole stanze e appartamenti.
Quale sia la sistemazione, una volta trovata non bisogna fare altro che farsi travolgere dalla dolcezza dell’isola. Della vegetazione lussureggiante abbiamo già accennato e in molti casi gli alberi, soprattutto gli ulivi, arrivano fin sulla spiaggia rendendo inutile, con le loro folte chiome, l’utilizzo di un ombrellone. Succede, per esempio, alla spiaggia di Marmari, che si raggiunge comodamente da Loggos, o a quella di Okros, raggiungibile dalla zona Lakka con venti minuti di cammino lungo un sentiero.


A Paxos le spiagge sono una ventina, alcune raggiungibili comodamente in auto, altre a piedi mediante sentieri, qualcuna solo via mare. Per godere appieno dell’isola il consiglio è di noleggiare, almeno qualche volta, una piccola barca a motore per poterla esplorare interamente, anche perché, a parte le spiagge, le baie, cale e insenature sono talmente belle da lasciarci il cuore. Quel che è stupefacente sono soprattutto i colori del mare, con tutte le sfumature di blu, azzurro, turchese e di verde, una vera gioia per gli occhi e un invito a tuffarsi e fare il bagno praticamente ovunque anche perché su tutta l’isola il mare vanta trasparenze assolute.
Se si dispone della barca un posto di gran fascino si trova nell’estremo meridionale dell’isola, dove un’isoletta di nome Kaltonisi è separata da Paxos da uno stretto braccio di mare protetto da ogni vento e da ogni corrente. Qui il mare sembra levigato e colorato da un ipotetico artista e, a completare lo scenario, vi si affaccia una suggestiva chiesa, unico edificio presente.
Navigando lungo la costa si possono anche visitare un grande arco naturale e diverse grandi grotte semisommerse, di cui una stupefacente perché sopra la sua grande volta d’ingresso volano in una perenne danza aerea migliaia di rondini, almeno nel periodo di giugno quando mi ci sono trovato.
Se a questo punto avete visto e ammirato tutte le spiagge e tutte le baie, sappiate che il meglio deve ancora venire.
Già, perché a brevissima distanza da Paxos si trova la minuscola Antipaxos, cinque chilometri quadrati di vegetazione mediterranea, poche case e insenature dai colori indescrivibili.
Particolarmente famosa è la cosiddetta Laguna Blu, in realtà tre piccole baie sul cui fondo si trovano le spiagge di Vrika, Mesovrika e Voutoumi dove, grazie al fondale di sabbia chiara, si ha un effetto di “piscina naturale che lascia senza fiato”. Che si vada con barca privata o con le tante barche che organizzano gite verso Antipaxos, si tratta di un’escursione davvero imperdibile.
Finita la giornata di mare l’appetito si fa sentire. A Gaios, Loggos e Lakka si trovano decine e decine di taverne, ma sono ovviamente quelle di taglio (e di prezzo) turistico. Il consiglio è di puntare verso la zona interna. Lungo la strada principale che collega Lakka e Gaios, circa a metà, ci sono alcune taverne di cucina locale a base di carni e piatti tipici.
Personalmente ho cenato meravigliosamente da Lilas Tavern a prezzi contenutissimi e, per un gustoso dopocena, a dieci metri c’è una panetteria-pasticceria che offre dolcetti deliziosi. Se invece volete andare a bere qualcosa, magari a un passo dal mare, la scelta è vastissima; i miei locali preferiti a Loggos sono stati il Rocher Bar e il Roxy Bar. Soprattutto il primo, se cercate un epilogo romantico alla fine della vostra giornata, è imbattibile, la vostra consumazione avverrà quasi…nel mare!

Le taverne, i piccoli locali sull’acqua, l’atmosfera rilassata, la natura avvolgente vi coccolano di giorno in giorno. E il giorno della partenza è quasi un piccolo dolore che poi si trasforma in meraviglioso ricordo, quello di Paxos la dolce!