Crescono del dieci per cento negli Stati Uniti le esportazioni in quantità di pasta italiana che fa registrare un trend positivo nel 2011 anche a livello globale con un aumento del 4 per cento.

E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti divulgata in occasione del World Pasta Day sulla base del primo trimestre del 2011 dalla quale si evidenzia che la pasta italiana è entrata nelle abitudini alimentari in tutti i continenti con 1,8 miliardi di valore dell’export all’anno anche se i consumatori più appassionati di pasta italiana sono i tedeschi, seguiti nell’ordine dai francesi, dagli inglesi, dagli statunitensi e dai giapponesi.

In Italia sono consumati oltre 1,5 milioni di tonnellate di pasta, per un controvalore di 2,8 miliardi di euro ma nonostante il successo della pasta in Italia e nel mondo si è però verificato un calo dell’1,6 per cento in quantità nei primi sei mesi del 2011.

La riduzione quantitativa è stata però accompagnata da una qualificazione degli acquisti con il boom nel 2011 della vendita sul mercato della pasta più artigianale ottenuta con grano al cento per cento italiano, anche nell’ambito del progetto della filiera agricola tutta italiana della Coldiretti, dalla “pasta dei coltivatori” con grano toscano alla valle del grano con quello siciliano fino alla pasta Chigi fatta in Emilia Romagna

L’Italia detiene il primato mondiale nel consumo di pasta che ha raggiunto attorno ai 26 chili a persona, tre volte superiore a quello di uno statunitense, di un greco o di un francese, cinque volte superiore a quello di un tedesco o di uno spagnolo e sedici volte superiore a quello di un giapponese. Nel podio dei mangiatori di pasta salgono l’Italia con i 26 chili all’anno a testa, il Venezuela con 13 chili all’anno a testa e la Tunisia con 12 chili all’anno a testa.

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