L’agricoltura italiana, che ancora fa i conti dell’ondata di maltempo di novembre, con allagamenti, smottamenti e danni a strutture e attrezzature, si prepara all’annunciata gelata di fine anno.
C’è preoccupazione tra i produttori perché un freddo eccessivo è sinonimo di perdite e disagi: maggiori costi per riscaldare le serre, prodotti orticoli out, difficoltà nelle consegne e per l’approvvigionamento mangimistico per gli allevamenti.
Il bilancio dei danni causati dal maltempo potrebbe diventare così ancora più pesante, e superare i 20 milioni di euro già registrati. È quanto sostiene la Cia-Confederazione italiana agricoltori sulla scorta di un attento monitoraggio effettuato nelle principali aree agricole del Paese.
Gli allevamenti zootecnici e gli ortofrutticoli sono i settori più allarmati. Qualora le temperature andassero troppo sotto lo zero e le precipitazioni nevose superassero i canoni dell’ordinario, per le aziende ci sarebbero ricadute dirette sui costi di gestione e sulla produttività.
Per le aziende site in aree interne e in particolare per gli allevamenti nelle zone di montagna potrebbero verificarsi dei veri e propri “black out” dei cicli produttivi.
Se la morsa del gelo dovesse rivelarsi tanto violenta da mandare in tilt i trasporti e quindi la logistica complessiva del Paese, è ovvio che diventerebbe problematica anche la corretta distribuzione degli alimentari freschi, come il latte.