GIFFONI SEI CASALI (SA). Certificazione ambientale ISO 14001, Comune riciclone, Paese Albergo, Nocciolands, adesione all’associazione nazionale “Borghi Autentici d’Italia”…”Paese dell’olio”: sono questi gli appellativi di cui si possono fregiare i circa 4100 abitanti delle frazioni di Capitignano, Prepezzano, Sieti Alto, Sieti Basso, Malche e Capocasale. Porta di ingresso per i Picentini, Giffoni Sei Casali rappresenta una delle perle della provincia di Salerno.

 

Qui le amministrazioni comunali che si sono susseguite nel tempo, hanno deciso di sfruttare le potenzialità del territorio puntando sui prodotti agricoli di eccellenza e sul turismo, sull’olio delle colline salernitane a marchio DOP e sulla famosa nocciola “tonda di Giffoni” a marchio IGP.

 

Ma gli sforzi degli amministratori che si sono impegnati per promuovere questa eccellenza del Parco Regionale dei Picentini e convogliare i flussi turistici, stanno per essere definitivamente soffocati dai fumi che saliranno del termovalorizzatore di Salerno.

 

“Avevamo la speranza che con l’amico Cirielli si potesse riaprire un dialogo sulla questione, visto che con il sindaco di Salerno De Luca non è stato possibile, ma le speranze sono state vanificate quando abbiamo saputo che il presidente della Provincia, a cui sono passate le competenze del caso, ha avallato le scelte fatte in precedenza” a parlare è Gerardo Marotta, l’amareggiato sindaco di Giffoni Sei Casali.

 

“Non c’è altro tempo da perdere: il territorio dei Picentini, dal mare ai monti, è irrimediabilmente compromesso da decine, centinaia di fonti di inquinamento ed io come primo cittadino ho come compito principale quello della tutela del mio territorio e della salute dei miei cittadini” continua così Marotta a margine del 5° Meeting provinciale “Se non ora quando”, a cui erano presenti numerosi concittadini del sindaco e rappresentanti delle altre amministrazioni dei Picentini, nonchè relatori importanti come il prof. Antonio Marfella, oncologo e tossicologo dell’Istituto “Pascale” di Napoli, il Prof. Franco Ortolani, geologo e Direttore del Dipartimento di Pianificazione e Scienza del Territorio dell’Università Federico II di Napoli.

 

Tutti loro sono convinti che in una zona come Cupa Signa non può essere allocata una struttura invasiva e potenzialmente inquinante come un termovalorizzatore, anche se di ultima generazione, anche per la presenza del cementificio – che è un inceneritore di fatto – e delle fonderie delocalizzate dall’attuale amministrazione del comune di Salerno.

 

“Noi non siamo il partito del no, abbiamo fatto proposte precise e circostanziate, giustificando le nostre scelte con i dati che ci sono stati forniti da una ricerca che abbiamo commissionato a dei tecnici per valutare la qualità ambientale del nostro territorio” precisa il vice sindaco Rosario D’Acunto, “i risultati sono sconfortanti, anche se tutti i parametri rientrano nei termini di legge, è emerso che l’inquinamento a cui è soggetto il nostro comune e pari a quello dei centri che si trovano in prossimità di grandi metropoli. Se a questo aggiungiamo che il TAR Lazio ha dato il via libera alla costruzione di una centrale termoelettrica in prossimità di Cupa Signa, si verrebbe a creare una concentrazione di fonti inquinanti altamente pericolosa”.

 

Ma l’amministrazione comunale non si è limitata a dire solo no, ha presentato una alternativa molto interessante, il Trattamento Meccanico Biologico già ampiamente sperimentato con successo che oltre a non inquinare “sono a basso costo, sono di facile e veloce realizzazione e soprattutto offrono numerosi posti di lavoro e, a differenza dell’inceneritore, non producono diossine, nano particelle, ceneri tossiche, né consumano acqua”, conclude Marotta.

 

Danilo Ciancio

 

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