Quando arriva Carnevale le città si colorano e profumano di sapori. A Napoli, ad esempio, uno dei dolci tipici è il migliaccio: una torta di semolino a base di ricotta, uova e latte, profumata agli agrumi e vaniglia, e un pizzico di liquore Strega.

E’ un dolce molto antico, che si tramanda da generazioni in generazioni, quella che vi riportiamo è la ricetta di nonna Rosita, da lei rivisitata “a modo suo“, come ci ha dichiarato.

Ingredienti:

  • 200 gr di semolino
  • 1,5 l di latte intero
  • 100 gr di burro
  • 1 buccia di arancia
  • 800 g di ricotta
  • un pizzico di sale
  • 600 g di zucchero
  • 8 uova intere
  • 1 filetta di millefiori
  • 1 filetta di fior d’arancio
  • 1 “tappo” di Liquore Strega
  • zucchero a velo per guarnire

Procedimento:

In una pentola capiente, versare il latte, lo zucchero, il burro e le bucce intere di 1 arancia e scaldare il composto sul fuoco medio, girando con un cucchiaio di legno, fino a quando il burro e lo zucchero non si sono completamente sciolti.

Aggiungere il semolino e, abbassata leggermente la fiamma, girare con una frusta a mano, fino a che il composto diventi una crema compatta. Eliminare le bucce e versare subito la crema di semolino in un piatto da portata e lasciate raffreddare.

Nel frattempo montare con le fruste elettriche le uova con il resto dello zucchero, fino a quando non si avrà un composto spumoso e voluminoso. Aggiungere la ricotta setacciata con un passino a fori stretti.

Montare di nuovo per pochi secondi per amalgamare il tutto. Versare la crema di semolino ormai fredda, nel composto di uova (non aggiungere la crema calda, altrimenti si rischia che il migliaccio abbia un sapore di uova!).

Con le fruste elettriche, ad una velocità medio alta, amalgamare la crema di semolino al composto di uova e ricotta, fino a quando non si avrà un impasto liscio e privo di grumi, a questo punto si potranno aggiungere gli aromi. Versare in una teglia imburrata e infarinata e infornare in forno ventilato a 180 gradi per 1 ora.

Sfornato e raffreddato, spolverare con zucchero a velo. Da assaporare ben freddo, almeno 2 ore dopo, o ancora meglio, il giorno dopo.

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