Ugo Attardi (1923-2006) è stato un pittore, scultore e scrittore ligure di origini siciliane.

Dopo aver frequentato l’Accademia di Belle Arti e la facoltà di Architettura di Palermo, si trasferisce a Roma, ospite di Pietro Consagra e poi di Renato Guttuso, dove costituisce il movimento Forma Uno, di orientamento astratto.

Il suo stile sarà però divergente rispetto al gruppo, di cui fanno parte Carla Accardi, Antonio Sanfilippo, Pietro Consagra, e altri.

Dal 1948 al 1956 fa parte del movimento realista. Ha sviluppato una figurazione su temi esasperatamente drammatici, come ne la Crocifissione a Saragozza (1965), o erotici e politico-sociali, come ne Addio Che Guevara (1968).

Il suo romanzo L’erede selvaggio, pubblicato nel 1970, gli frutterà nel 1971 il Premio Viareggio nella sezione narrativa. Attardi ha anche realizzato opere pubbliche come I sogni del re normanno, ospitato all’aeroporto internazionale di Palermo, e il Cristo acquisito nella collezione dei Musei Vaticani.

Nella sua casa siciliana di Santo Stefano di Quisquina, nella provincia di Agrigento – ricorda il pittore Andrea Carisi – si chiacchierava di tutto e di più, mangiando il Crastagneddu, ovvero delle costolette di agnello ben insaporite e cotte alla brace. Un piatto da cucinare tra amici, semplice e veloce, da gustare in compagnia.

Tempo di preparazione 30 min

Ingredienti per 6 persone:

12 costolette di agnello castrato

Sale e pepe

Pomodorini

Olio d’oliva

Basilico

Procedimento

Arrostite sulla brace ben calda le costolette d’agnello salate e pepate, girandole più volte a seconda la preferenza di cottura. Servite con un’insalata di pomodori affettati conditi con olio, sale, pepe e basilico.

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E’ un piatto ideale per le scampagnate in compagnia nei giorni di festa. Se dovesse piovere e non potete arrostire la carne nel barbecue all’aperto, potete usare una semplice bistecchiera da cucina, o arrostirle nel camino.

La ricetta è tratta dal libro Let’s Bake Art di Mariapia Bruno

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