Foto profilo fb dell'iniziativaParte dal web e più precisamente dal più popolare e amato social network, Facebook, un’idea alquanto bizzarra e insolita che memore della tradizione partenopea del “caffè sospeso” ha lanciato l’idea del pane sospeso.

Il profilo nominato “Eatalian Belgrado”, gestito da un italiano nato a Forlì ma residente nella capitale serba, ha lanciato un messaggio di solidarietà, vicinanza e di aiuto ai concittadini del mondo.

Il profilo si è arricchito sempre più di amici virtuali che hanno accolto l’idea ed il messaggio. Numerose le cittadine del mondo che hanno sposato l’idea come la Croazi, ora come un boomerang sta arrivando anche in Serbia e sta per raggiungere anche la stessa Belgrado.

L’obiettivo è lanciare un appello alle coscienze di chi – avendo la possibilità finanziaria può aiutare persone in difficoltà, l’amico o il vicino della porta accanto – offra loro frutta e generi alimentari di prima necessità. Inoltre, sono molti i gestori di salumerie, panetterie, minimarket e persino ristoranti che hanno aderito all’iniziativa della spesa altruistica.

Si acquista l’occorrente e si lascia qualche soldo in più da mettere da parte per le famiglie bisognose in modo da garantirgli l’acquisto di alcuni alimenti. Nelle scorse settimane ad Atene, nel rione Barbakeios, uno dei rioni più popolari della capitale greca, che da mesi vivi una grave recessione economica, otto donne vestite di nero sono entrate in un grande mercato rionale della carne ed hanno pagato la spesa a tutti coloro che avevano preso piccoli tagli di carne, invitandoli ad acquistare quanto necessitava per la cena della Vigilia di Natale. Dopo qualche ora sono scomparse.

L’idea di un aiuto reciproco si è diffusa vertiginosamente anche in Italia, specialmente nei piccoli borghi dove si aiuta la famiglia che ha più bisogno, preferendo un totale anonimato. In tempi di crisi e di ristrettezza anche dal web partono le idee e gli atti di generosità che permetto a molti di poter acquistare generi alimentari di prima necessità.

Maria Rosaria Mandiello

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