PANINOChe si tratti di un muffin o di una delle famose pie londinesi, le torte salate tradizionali della cucina inglese, le porzioni degli alimentari in vendita nei supermercati di tutto il Regno Unito si sono rivelate fin troppo generose.

E in tutto il Regno Unito è scattato l’allarme dosi eccessive. A denunciare la presenza di cibo-oversize è la British Heart Foundation, che ha sottolineato la crescita esponenziale di dosi e confezioni degli alimenti in tutto il Paese, con conseguenze negative sulla salute della popolazione.

In media, hanno spiegato gli esperti, rispetto al 1993 i pacchetti di patatine sono più grandi del 50%, le torte mono-porzione hanno raddoppiato taglia, i bagel sono cresciuti del 24% e persino le scatole di arachidi sono lievitate dell’80%. Se alcuni alimenti si allargano, altri invece si restringono.

A riferirlo è un quotidiano britannico, il Guardian, in cui si fa presente come alcuni prodotti, tra cui il gelato e le patate al forno, hanno raggiunto nel tempo una misura fin troppo contenuta. Il principale risultato di questa confusione è stato un cambiamento nella stessa percezione dell’alimentazione, con un numero sempre maggiore di persone che mangia più del necessario.

L’88% degli inglesi testati dalla British Heart Fondation, per esempio, alla richiesta di servirsi di 30 grammi di cereali cornflakes ha abbondato generosamente, sforando la quantità indicata senza neanche rendersene conto. Il problema principale, secondo la fondazione, è proprio la mancanza di uniformità nel concetto di “porzione indicata”, diventato in molti casi dipendente dal solo libero arbitrio delle compagnie alimentari, e rendendo disomogenea l’offerta nei supermercati.

A poco è servita la decisione del Governo, dello scorso giugno, di introdurre un nuovo sistema di etichette che evidenziasse la quantità di amidi contenuti in ogni scatola, e le conseguenze negative della cattiva alimentazione, tra cui problemi al cuore, attualmente la maggiore causa di morte nel Regno Unito. La scelta però è stata lasciata facoltativa, e pochi brand hanno deciso di applicarla.

Ma dal Regno Unito scatta comunque l’allarme obesità. Un terzo dei bambini è in sovrappeso o obeso, un problema che affligge anche la sanità pubblica, con circa 5,1 miliardi di spesa annuale per fronteggiare le conseguenze della cattiva alimentazione dei britannici. I dottori, secondo molti quotidiani britannici si limitano a suggerire diete dimagranti che hanno effetto a breve termine ma non insegnano come alimentarsi correttamente nel tempo.
Spetta ai professionisti della sanità, invece, di guidare i pazienti verso una più sana alimentazione, e al Governo di contribuire in materia.

Maria Rosaria Mandiello

Rispondi

Please enter your comment!
Please enter your name here