Torino città eclettica, raffinata, mitteleuropea, conserva un patrimonio culturale ed architettonico di inestimabile valore.
Nel centro storico infatti a pochi passi dal Duomo e dinnanzi alla splendida Chiesa della Consolata, è ubicato lo storico Caffè Bicerin, fondato nel 1763 da Giuseppe Dentis, come bottega specializzata nella vendita di confetti e acquecedrate.
Il caffè è dotato di spazi esterni ed interni, ma per chi volesse rivivere le atmosfere Ottocentesche, nella piccola sala arredata con le boiseries, il banco in marmo bianco, il pavimento in legno, le maniglie in ghisa, tutti rigorosamente d’epoca, troverà il tavolino dove Camillo Benso Conte di Cavour era solito sedersi, sorseggiare un Bicerin e guardare attraverso i vetri i componenti della famiglia Reale che di lì a breve sarebbero usciti dal Santuario della Consolata, dopo aver assistito alla funzione liturgica.
L’omonima bevanda, da non confondersi con il liquore a base di gianduia, è oggi la più richiesta al Caffè, a base di cioccolato fatto in casa, caffè, crema di fior di latte, le cui proporzioni sono di un terzo circa per ogni ingrediente, anche se le dosi precise sono gelosamente custodite dalla proprietaria del locale.
Il “Bicchierino” viene degustato in tutte le stagioni dell’anno pur essendo caldo, ed è l’evoluzione contemporanea della settecentesca Bavareisa, la quale prevedeva che i tre ingredienti venissero serviti separatamente (pur e fior, ovvero il cappuccino, pur e barba, caffè e cioccolato, ’n pòc ’d tut, simile alla nostra bevanda).
Il Bicerin viene servito in tondeggianti bicchieri di vetro a calice, le cui trasparenze mettono in risalto il magnifico mélange di colori che vanno a degradare dal marrone scuro al bianco latte. La bevanda fu celebrata da illustri personaggi quali: Nietzsche, Puccini, Dumas, Pablo Picasso ed Hemingway.
Nel 2001 ha ottenuto la denominazione di “bevanda tradizionale piemontese” sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte. Il Caffè e Cioccolateria al Bicerin propone poi, simili a delle opere d’arte, prodotti da gustare al tavolo, come gli zabaioni aromatizzati, i toast al cioccolato, i cornetti alla gianduia, la cioccolata fredda in tazza, e i prodotti da portar via come gianduiotti, cremini, nocciole piemontesi al cioccolato e altre specialità.
Torino è una città per golosi ed oggi come allora i numerosi caffè storici sono dolci ritrovi, pretesto e spunto per una chiacchiera, una buona lettura o degli incontri. Guido Gozzano (Torino, 19 dicembre1883 – Torino, 9 agosto1916), illustre letterato e frequentatore dei caffè della sua amatissima città, nella composizione poetica Le Golose scrive:
“Io sono innamorato di tutte le signore che mangiano le paste nelle confetterie. Signore e signorine – le dita senza guanto – scelgon la pasta. Quanto ritornano bambine! Perché nïun le veda, volgon le spalle, in fretta, sollevan la veletta, divorano la preda. C’è quella che s’informa pensosa della scelta; quella che toglie svelta, né cura tinta e forma. L’una, pur mentre inghiotte, già pensa al dopo, al poi; e domina i vassoi con le pupille ghiotte. Un’altra – il dolce crebbe -muove le disperate bianchissime al giulebbe dita confetturate! Un’altra, con bell’arte, sugge la punta estrema: invano! ché la crema esce dall’altra parte! L’una, senz’abbadare a giovine che adocchi, divora in pace. Gli occhi altra solleva, e pare sugga, in supremo annunzio, non crema e cioccolatte, ma super liquefatte parole del D’Annunzio. Fra questi aromi acuti, strani, commisti troppo di cedro, di sciroppo, di creme, di velluti, di essenze parigine, di mammole, di chiome:oh! le signore come ritornano bambine! Perché non m’è concesso – o legge inopportuna! – il farmivi da presso, baciarvi ad una ad una, o belle bocche intatte di giovani signore, baciarvi nel sapore di crema e cioccolatte? Io sono innamorato di tutte le signore che mangiano le paste nelle confetterie.”