La sua giovinezza la trascorse a Parigi, dove pubblicò, in francese, le sue prime opere: I vecchi marinai (1897), La conquista delle stelle (1902), Re Baldoria (1905).

Le sue <<parole in libertà>>, il <<teatro sintetico>>, il <<tattilismo>>, ovvero le poetiche e mezzi espressivi che secondo il suo pensiero erano adeguati a rendere la dinamica della materia, vennero ricalcati nel Manifesto della letteratura futurista del 19010. Fu fondatore della rivista Poesia, a cui aderirono, tra gli altri, Aldo Palazzeschi, Luciano Folgore e Corrado Govoni, che divenne l’organo del movimento futurista.

Abilissimo organizzatore culturale, oggi sarebbe un eccellente PR: già all’epoca si è dimostrato sensibile ai nuovi rapporti con il pubblico nati con i mass-media. La battaglia futurista contro il tradizionalismo culturale e il <<passatismo>> benpensante e borghese, investì non solo l’arte, la poesia e la letteratura, ma anche l’abbigliamento e lo stile di vita, senza lasciare da parte la cucina.

Ma in quest’ultimo campo, più che l’esperienza e la passione buongustaia, prevalse la stravaganza degli esperimenti culinari di chi ne fu interprete. Secondo i futuristi un pranzo perfetto esigeva solo due cose: un’armonia originale della tavola e l’originalità assoluta delle vivande. Bandita la pastasciutta.

Ingredienti per 6 persone
340 gr di riso
Spinaci (vi consiglio di cuocerli al burro)
Crema di piselli (10 min. nella pentola a pressione con cipolla rosolata nell’olio)
Pistacchi tritati

Procedimento
Su un letto di spinaci versate il riso bollito. Coprite con un abbondante crema di piselli e pistacchi tritati

La ricetta è tratta dal libro Let’s Bake Art di Mariapia Bruno

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