Tutte siamo siamo cresciute con Cenerentola e con il mito della zucca che si trasforma in carrozza, da grandi invece impariamo che la zucca può trasformarsi in spugna.

Parliamo della “luffa”, una nostra grande alleata per sconfiggere il più “tremendo degli inestetismi: la cellulite 😀

La luffa (ottenuta da una particolare zucca chiamata “LOOFAH”) è infatti un tipo di zucca il cui frutto è molto fibroso e non si presta facilmente al consumo alimentare.

L’utilizzo della luffa consente di utilizzare spugne per la cura del corpo e della casa completamente biodegradabili.

Ottima per liberarsi delle cellule della pelle morte consentendo una profonda pulizia, è usata per massaggi ad azione snellente, tonificante e rilassante. Aiuta a migliorare la circolazione sanguigna ad eliminare gli in estetismi della cellulite.

Inoltre, se usata prima dell’applicazione di prodotti cosmetici ne facilita l’ assorbimento da parte della pelle.
E’ un prodotto assolutamente naturale, non trattato in nessun modo visto che le fibre che la compongono sono molto resistenti e molto ben tollerate dalla pelle.

Per poterla utilizzare correttamente, la spugna di luffa:

deve essere prima immersa in acqua e strizzata;
poi va applicato il detergente per produrre un’abbondante schiuma;
infine passata su tutto il corpo con massaggi circolari.

Un’altra caratteristica importante è la sua rapida asciugatura. Questo la rende molto resistente all’inquinamento da parte di batteri, anche se raccomandiamo di cambiare spugna di luffa dopo non più di un mese, anche perché dopo 3/4 settimane comincia a perdere le sue proprietà esfolianti e la sostituireste.
La spugna esausta puoi essere buttata comodamente nell’immondizia, addirittura nel giardino di casa, essendo naturale e biodegradabile al 100%.

Utilizzata per l’igiene personale, può essere impiegata anche per le pulizie domestiche, dopo averla strofinata su del sapone di Marsiglia, per detergere superfici dure e stoviglie. Può essere recisa longitudinalmente, per aumentarne le dimensioni e per sfruttarne la parte interna, maggiormente abrasiva.

Sabina Giannatiempo, blog Parentesi Bio

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