Il riciclo fa tendenza, i tessuti bio cominciano a diventare il must da aggiungere al proprio guardaroba. Così allo studio di linee e colori si affianca l’interesse per processi di lavorazione ispirati allo sviluppo sostenibile. Creativi che si occupano di recupero, stilisti che partono dalla ricerca del tessuto, consumatori più consapevoli e il mercato sembra essere in crescita, ormai da ben 10 anni.
A sostenere questo mercato alternativo, secondo una ricerca dell’International Trade Center, sono consumatori dai 20 ai 40 anni, soprattutto donne e professionisti.
Anche nel nostro Bel Paese sta crescendo l’interesse verso il settore, in particolare per quello dei tessuti biologici. Stiamo parlando di un fatturato annuo di circa 370 milioni di euro, almeno secondo l’Istituto certificazione etica ed ambientale.
Lo dimostrano anche grandi realtà di shopping on-line come Zalando, che ospitano sempre più marchi etici. E un nome di rilievo come quello di Marc Jacobs, ne è un esempio lampante, che di recente ha fatto parlare di sé per i suoi occhiali total green e solidali.
Eco-sostenibilità e responsabilità sociale, sono questi i veri motori di queste piccole rivoluzioni. Da citare senz’altro le collezioni ‘eco’ di Altromercato, la principale organizzazione italiana di commercio equo e solidale: camicie e abiti nati dal tessuto dei tradizionali sari indiani, riciclati per una second life solidale e sostenibile, nel rispetto dei diritti dei produttori del Sud del Mondo.
Per approfondire quest’ultimo argomento sulla rivista Marie Claire.
Dunque sembra proprio essere questa la risposta alla crisi imperante, che segna in negativo tutti i settori. Le previsioni nel mondo della moda mostrano ancora numeri preoccupanti, ma uno sguardo a specifici segmenti confermano che il green è forte e può essere uno strumento strategico per restare sul mercato e – allo stesso tempo – sostenere Madre Terra.