Diciamo Cilento e già pensiamo al mare, all’estate, a momenti spensierati, allo sciabordio del mare che accarezza la spiaggia e al relax assoluto.
Succede, tuttavia, che questa immagine da sogno venga spesso coltivata da troppe persone e che la spiaggia tanto agognata sia talmente affollata da trasformarsi, se non proprio in un incubo, in una esperienza decisamente al di sotto delle nostre aspettative.
Esistono tuttavia ampi tratti della costa cilentana che mantengono la loro integrità per tutto l’anno, appena scalfiti dai movimenti turistici persino durante l’alta stagione di luglio e agosto.
Il tratto di mare sicuramente più selvaggio e stupefacente dell’intero Cilento è quello tra Marina di Camerota e Scario, un susseguirsi di cale, grotte, spiagge, promontori, piccoli fiordi e insenature con pareti a strapiombo, conditi da un mare di una limpidezza sconcertante circondato da una varietà di paesaggi che affascina e ammalia.
Lungo tutta la costa cilentana non esiste un altro tratto così primigenio, dove la strada corre lontana dal mare abbandonandolo per ben 15 chilometri, lasciando alla natura, agli amanti del trekking, ai canoisti e diportisti il privilegio di ammirarla.
Ma non si disperino quelli che non dispongono di barca o di canoa: d’estate, ogni giorno, ogni ora, da Palinuro, Marina di Camerota e Scario partono le gite turistiche per far conoscere questo angolo di Paradiso.
In attesa di andarci, proviamo ad immaginare il nostro giro in barca da Marina di Camerota verso sud.
Non appena si supera Punta Zancale, che chiude a sud l’ultima delle spiagge camerotane raggiungibili via strada, è un susseguirsi di scenari meravigliosi: si apre a ferro di cavallo Cala Fortuna, ampia ben 500 metri, interamente contornata da pareti di roccia scura alte fino a 170 metri, in cui si apre la Grotta Azzurra che, grazie alla presenza di due aperture, fa filtrare la luce creando bellissimi giochi di luce blu.
Segue la cala di Monte di Luna, più piccola della precedente ma con le stesse caratteristiche, suggestiva per la presenza di due faraglioni circumnavigabili.
Dopo altre due piccole insenature si apre la grande Cala Bianca, una delle più affascinanti baie del Cilento meridionale, sia per la cornice di selvaggia mediterraneità da cui è circondata, sia perché ingloba due graziosissime spiagge di abbaglianti ciottoli bianchi, la Spiaggia del Pozzallo e la Spiaggia di Cala Bianca, considerata una delle più belle d’Italia.
Nella stessa cala si apre anche la Grotta del Pozzallo nella cui parte più profonda vi sono esalazioni sulfuree. Sul fondo della spiaggia del Pozzallo, seminascosto dalla vegetazione, c’è un gradevole punto di ristoro aperto durante la stagione balneare.
Poco oltre Cala Bianca, tra le pieghe della costa frastagliata, si trova la spiaggia più nascosta e sconosciuta del Cilento, un piccolo arenile con un biancheggiante fondo ghiaioso, la cui particolarità consiste nel fatto di essere del tutto invisibile da terra e da mare, tanto da essere irraggiungibile se non se ne conosce l’esatta ubicazione.
Ci si trova davanti a uno specchio d’acqua immobile e trasparente, poco profondo, su cui si affaccia la piccola spiaggia, dando piena giustificazione del nome con cui gli abitanti di Marina di Camerota chiamano il posto: Le Piscine.
Per quanto le dimensioni complessive della piccola baia siano decisamente contenute e la spiaggia sia ghiaiosa e ampia pochi metri, il fascino di questo luogo è legato proprio al suo essere discosto e nascosto, appartato ed esclusivo, al di fuori di rumori e interferenze persino nei periodi più caotici dell’alta stagione.
L’acqua ferma e cristallina della piscina naturale completa la magia del luogo, per un bagno che rimane indelebile nei ricordi.
Ma è ora di superare Punta Iscolelli e raggiungere la spettacolare Cala degli Infreschi.
Natura, profumi mediterranei e tracce storiche circondano questa sorta di specchio d’acqua incantato e cristallino, dove trasparenze e colori lasciano senza fiato.
I diversi i toponimi utilizzati dal medio evo ad oggi, Amforisca, Linfreschi, Rinfreschi, Li Freschi, A Frisco, si riferiscono tutti alla fonte di acqua dolce e fredda che si trova all’interno dell’ampia Grotta degli Infreschi che si trova nell’angolo settentrionale dell’insenatura e che abbassa la temperatura in tutto lo specchio d’acqua. Nella baia vi sono alcune piccole spiagge.
L’insenatura viene chiusa in maniera spettacolare da un braccio roccioso che le si para davanti, chiamato Punta Strabella, che va a colmare la suggestiva scenografia.
Da qui in poi, fino alla graziosissima Scario, inizia quella che è propriamente denominata Costa della Masseta che, seguendo l’andamento del golfo verso nord-est, diventa man mano sempre più alta e riserva numerose altre sorprese.
Cale e punte si susseguono da subito con nomi suggestivi: Cala Longa, Cala Mariola, Cala dei Morti, fino a raggiungere la famosa Cala del Marcellino (o spiaggia dei Francesi).
Quest’ultima spiaggia è lo sbocco naturale di un imponente vallone lungo un chilometro e mezzo, che ospita una ricca vegetazione mediterranea che arriva ad affacciarsi in maniera gradevolissima fino al mare.
La spiaggia, prevalentemente sabbiosa nel tratto iniziale e ciottolosa in quello successivo, è lunga poco più di cento metri. Il fondale marino che le sta davanti si mantiene basso per parecchi metri e offre una limpidezza che lascia senza fiato.
Sul fondo un viottolo s’inoltra nella vegetazione e svela, nascosta dietro di essa, la presenza di un inusuale punto di ristoro, la Trattoria del Lupo.
Ricavata da una vecchia costruzione, probabilmente una posta di pesca, a sua volta addossata alle rovine di una antica torre di guardia, permette di rifocillarsi con pietanze genuine e buon vino all’ombra delle generose fronde dei carrubi che danno riparo e frescura ai tavoli di legno per gli avventori.
Qui si fa la conoscenza del Lupo, quasi un nome d’arte per Saverio, l’anfitrionico personaggio che gestisce quest’osteria fin troppo semplice e approssimata, ma autentica e genuina come la terra che la circonda.
Continuando in direzione nord-est s’incontrano in rapida successione altre spiagge di grande bellezza, incorniciate tra la montagna e il mare, chiamate Risima, Sciabica, e Valloncello.
Seguono circa 300 metri di costa lineare e rocciosa, dopo i quali si arriva ad un’altra delle spiagge “top” di questo tratto, la spiaggia dei Gabbiani.
Superata la piccola Punta dell’Omo si apre la Cala dell’ Inferno che prende il nome dall’appariscente ingresso di una grotta semisommersa, la cui volta perfettamente arrotondata si pone oltre dieci metri sul livello dell’acqua. Nella stessa cala si apre un’altra grotta detta Grotta della Finestra.
L’ingresso relativamente modesto e la prima parte dell’accesso che si mantiene piuttosto stretto non fanno intuire la grande cavità che si trova in fondo, in cui, attraverso un’apertura, penetrano i raggi del sole creando colorati giochi di luci nell’acqua in un’atmosfera che sa di fiabesco.
La costa continua alta, offrendo altre cale e spiagge: le Spiagge Gemelle, la Carcarella, la Molara dove si trova anche la Grotta Grande della Molara che all’interno svela un ambiente grandioso e al tempo stesso impressionante.
La massiccia Punta Spinosa è il profilo più prominente di tutta la linea di costa che va da Porto Infreschi fino a Sapri e ci preavvisa che Scario è ormai vicina.
Entrando nella Baia di Garagliano si arriva alle spiagge del Buondormo, e della Tragara, che si raggiunge comodamente in auto dalla zona del faro di Scario, graziosissima località che rappresenta il punto terminale di quello che, più che un tratto selvaggio di costa, si potrebbe definire come uno straordinario sogno a occhi aperti.