BORNEO. Quando si arriva in Borneo la scintillante Kuala Lumpur, capitale della Malesia, sembra ormai lontana anni luce.

Le piccole città, quasi tutte sul mare, trasudano di povertà e sporcizia, di cambiamenti troppo profondi rispetto alla realtà che le circonda, di crescita caotica al di fuori di qualsiasi criterio urbanistico.

Nell’interno solo foresta sterminata, piantagioni di palma e piccoli villaggi.

Le case, poco più che baracche, sono costruite come palafitte su terraferma, perché qui le abitazioni non possono poggiare direttamente sul suolo: verrebbero portate via da ogni acquazzone e, in ogni caso, sarebbero preda delle sanguisughe, dei serpenti, degli scarafaggi e dell’umidità del terreno.

Lungo le coste e sulle isole i piccoli villaggi sono invece costruiti direttamente sull’acqua, uniti alla terraferma da lunghe passerelle aeree. La corrente elettrica, dove c’è, viene fornita da generatori ed è presente per poche ore al giorno. In piccolissimi negozi fatiscenti si vendono i generi di prima necessità, in qualche minuscolo ristorante, anche in questo caso una baracca, si offre da mangiare.

E fa impressione, relativamente alla situazione demografica europea, la grande quantità di bambini, tantissimi ovunque. Poveri, sicuramente, ma sereni e giocosi, felici di quel poco che hanno…

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