VALLE DI DANUM (BORNEO). Siamo da poco arrivati nella Danum Valley. Intorno alla struttura che ci ospita girano indisturbati grossi varani, macachi, cervi, cinghiali, elefanti e qualche orango. Per tentare di fotografare uno di questi grossi primati c’inoltriamo per circa 100 metri nella foresta e ci ritroviamo immediatamente con le sanguisughe addosso.

Decidiamo così di non fare altri tentativi di percorso se non quelli sui sentieri già battuti. Bisogna considerare che dell’immensa foresta la zona esplorata si riduce a pochi chilometri attorno al centro studi. Nella rimanente parte non si è mai avventurato nessuno, nemmeno i rangers del parco e, con ogni probabilità, nemmeno popolazioni primitive locali.
E’ questa consapevolezza che rende particolarmente emozionante ogni percorso. Perché a parte ciò che si percepisce e si vede direttamente, come gli animali in libertà, la vegetazione fittissima tra cui si elevano alberi giganteschi, alti fino a sessanta metri, si ha quasi l’impressione di avventurarsi in un mondo alieno.

Solo in questa parte della Terra, in alcune aree del Congo e della foresta amazzonica del Brasile si scoprono ogni anno nuovi mammiferi e forme di vita. Quando cala la sera la foresta esplode letteralmente di rumori e versi inquietanti che rendono difficile dormire.
Ed è solo la stanchezza dei chilometri percorsi che ci fa chiudere gli occhi in quella che senza esagerazione può essere definita l’ultima frontiera del mondo.

Roberto Pellecchia

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