L’Arcimboldi fu un pittore e scenografo italiano (Milano 1527-1593). La fama dell’Arcimboldi rimane soprattutto affidata ai suoi bizzarri ritratti ed allegorie, il cui tema dominante è la singolare relazione fra la materia pittorica ed il soggetto rappresentato.

Celebri i suoi ritratti formati da un insieme di ortaggi, di frutta, di pesci, pollame, cacciagione, radici, rami secchi, libri, nascosti sotto l’apparenza di un paesaggio. Fra i dipinti più caratteristici vi sono le figure allegoriche delle quattro stagioni, costituite da vegetali propri a ciascuna stagione.

Il gusto dell’Arcimboldi per l’ibrido ed il sorprendente, unito alla minuzia quasi allucinata dell’esecuzione, può richiamare alla mente le opere dei surrealisti.

Nel quadro dell’arte cinquecentesca, l’opera dell’Arcimboldo, che ebbe una schiera di mediocri imitatori, costituisce un fenomeno a parte. Essa fu molto discussa ed anche apprezzata dai contemporanei, soprattutto alla corte degli Asburgo che il pittore servì per ventisei anni.

L’Estate, appartenente al gruppo delle Stagioni (Inverno, Primavera, Autunno), fu realizzato nel 1563, per esser poi donato nel 1569 all’imperatore Massimiliano II d’Asburgo. Quello che oggi si conserva è un olio su tavola con dimensioni di cm 66×50, del Louvre di Parigi anche se si tratta della seconda versione datata 1573, richiesta sempre dall’imperatore.

Le originali della prima versione sono conservate al Kunsthistorisches Museum di Vienna e sono Inverno ed Estate, Autunno e Primavera sono andate perdute.

Il soggetto rappresentato nel dipinto Estate, è femminile, il cui volto posto di profilo è composto prevalentemente da una pesca, ciliegie, spighe di grano, un cetriolo, una melanzana e altre primizie.

L’estate dell’Arcimboldi è fresca e colorata, profuma di frutta, il cui sapore dolce è tipico della cucina rinascimentale, più ricca di quella medievale, acida e speziata. Inoltre i piatti della cucina rinascimentale o moderna, come le composizioni pittoriche dell’Arcimboldo, erano presentati non in successione ma a gruppi, per suscitare stupore e meraviglia.

Le vivande erano disposte in maniera scenica nei banchetti dei nobili e le modalità di preparazione erano sempre originali, come in una rappresentazione teatrale. La frutta e gli agrumi ebbero una posizione preminente sulla tavola rinascimentale, divenendo la portata d’apertura di un pasto. Le verdure, le insalate e i legumi acquisirono più importanza, aromatizzati con spezie locali o con salse leggere a base di frutta o piante aromatiche, mescolate con mollica di pane, farine, uova e mandorle.

L’Estate dell’Arcimboldi sembra travolgerci, le verdure quasi ci inebriano con le loro forme e con un po’ di fantasia si può immaginare che dalla tela escano fuori e si posizionino in un buffet di una cena all’aperto tra amici.

Annamaria Parlato

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