La passione, il lavoro e la bravura di due creativi: un fotografo neozelandese e un food stylist newyorkese che hanno girato il mondo e poi hanno reinterpretato le mappe dei luoghi usando solo il cibo.

Il mondo secondo il food. Una cartografia culinaria, la si potrebbe chiamare così, quella del fotografo Henry Hargreaves e del food stylist Caitlin Levin. Insieme una forza artistica. La loro ultima esperienza, la più originale di tutte, l’hanno ribattezzata Food Maps e sta guadagnando pagine web e cartacee nei magazine di mezzo mondo.

I due ricercatori hanno realizzato una serie di mappe, immortalate nelle fotografie di Hargreaves, di vari paesi e continenti di tutto il mondo utilizzando come materiali i prodotti alimentari che li caratterizzano.

Cibo, iconico di quei territori. Quindi, Stati Uniti fatti di tanti tipi di cereali, la Nuova Zelanda di kiwi, pani e formaggi tipici francesi, gli agrumi del Sudamerica, le banane dell’Africa, il Regno Unito costruito con tante qualità di biscotti e nel Far East i vari tipi di noodle cinesi. Immancabile l’Italia, messa insieme con tanti tipi diversi di pomodori, a rappresentare i pregi della cucina mediterranea.

Le mappe culinarie sono nate dalla passione per i viaggi e dalla voglia di esplorare nuovi posti attraverso la loro carta d’identità: il cibo, che spesso rappresenta la complessità culturale dei luoghi. In questa serie i prodotti tipici dei Paesi e dei continenti del globo sono stati trasformati in vere e proprie mappe. Da questo viaggio fotografico incoronata reginetta è l’Italia.

La peculiarità di queste mappe è soprattutto mostrare come il cibo abbia viaggiato per il globo, trasformandolo e diventando un elemento dell’identità culturale del posto. L’idea dei due creativi era quello di immortalare l’oggi e ripercorrere col ragionamento il passato, arrivando alle radici, ai movimenti culturali e alimentari. Obiettivo raggiunto.

Maria Rosaria Mandiello

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