Forse tutti sono stati almeno una volta a Sorrento, ma uno dei suoi angoli più straordinari rimane sconosciuto ai più.
Ed ecco il consiglio. Lasciate la cittadina e proseguite un poco oltre, seguendo via Capo che va in direzione di Massa Lubrense. Arrivati all’altezza del Capo di Sorrento troverete l’indicazione dei resti archeologici della villa romana di Pollio Felice. Qui va lasciata l’auto e si prosegue a piedi verso il mare per circa seicento metri, ripercorrendo quello che un tempo era l’antico tracciato romano.
Pur essendovi in Campania i resti di tante ville romane, e questa invero è lasciata in commiserevole stato di abbandono, ci troviamo tuttavia in un luogo unico ed affascinante.
La straordinarietà è data dal fatto che l’edificio del I secolo d.C. era stato costruito tutt’attorno a una grande piscina naturale in cui l’acqua del mare entra attraverso un traforo naturale nella roccia.
Per cui, quella che oggi vediamo come piscina naturale, in epoca romana era stata trasformata in piscina privata di pertinenza della villa stessa. La ricostruzione del complesso si può ammirare nel Museo Archeologico della Penisola Sorrentina “Georges Vallet” a Piano di Sorrento.
Il nome “Bagni della Regina Giovanna” risale invece alla diceria secondo la quale Giovanna II di Durazzo (1375-1445) Regina di Napoli, si sarebbe intrattenuta qui con i propri amanti nelle acque nascoste della minuscola baia, forse verità storica, o più probabilmente maldicenza popolare.
Ma se vi guardate attorno, col panorama che spazia a tutto tondo sul golfo partenopeo, la voglia di portarci una persona amata verrebbe davvero a chiunque.

Roberto Pellecchia

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La ricostruzione al Museo Archeologico di Sorrento

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