Un’idea alquanto bizzarra e insolita che in tempi di crisi può rilevarsi utile e ingegnosa. Nasce nel capoluogo romagnolo, a Bologna, dove il frigo è in strada. Capita spesso di comprare cibo in notevole quantità o più cassette di frutta e verdura che poi rischiano di ammuffirsi.

Oppure di partire all’improvviso o di ritrovarsi (avendo ricevuto regali abbondanti) con la cucina piena di un particolare alimento. La soluzione nella città bolognese non si fa attendere ed arriva il frigorifero di strada.

Una vera e propria dispensa comunitaria a pochi minuti da casa, riempita giorno per giorno con gli alimenti di tutti. Si porta qualcosa di proprio e si prende qualcosa di qualcun altro. Ogni prodotto è fornito di un’etichetta che riporta la sua origine e la data di scadenza. Il principio è quello di non gettare via nulla ma di barattarlo.

L’idea si chiama “S-cambia cibo”, un progetto urbano di food sharing che guarda anche all’Expo 2015, che mira anche a migliorare i rapporti di buon vicinato, favorendo la conoscenza del vicino di casa. In Germania l’idea è una scommessa vincente, in Italia un progetto in partenza.

Il progetto è stato ideato nel cuore della città universitaria da sette trentenni. Sono ingegneri, comunicatori, web designer. Le loro idee, il loro sapere si è incrociato ai Kilowatt, allo spazio creativo indipendente, al modello coworking che mette insieme tanti professionisti diversi.

La loro idea è sbarcata anche all’Hub di Firenze. I sette giovani bolognesi, sono stati scelti anche tra i finalisti di un concorso che punta alla lotta allo spreco. Questi giovani creativi si sono messi in testa di far risparmiare alle famiglia circa 350 euro di spesa, calcolati sulle statistiche del cibo che ogni anno viene cestinato.

“S-cambio cibo” ha una particolarità rispetto a tutte le altre esperienze di food sharing. Infatti, il servizio è studiato con chi è interessato. Le basi di partenza saranno i bar, i social street. La partenza è da via Fondazza, celebre strada, che dal degrado del centro ha deciso di reagire, prima con un gruppo Facebook e poi col baratto di cibo. Si chiama social street, tendenza ormai nazionale, ma punta ai rapporti di buon vicinato. Dall’on-line all’off-line, dal virtuale alla soglia del frigo di casa.

Maria Rosaria Mandiello

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