BOTTIGLIA OLIOL’aumento più consistente in valore viene dai mercati emergenti, con un +32 per cento in Oceania e un +16 per cento su quelli asiatici ma buone notizie vengono anche dalle “piazze” più tradizionali, con un +10 per cento nell’Ue e un +6 per cento in Usa.

All’interno del mercato europeo, il maggior consumatore di olio tricolore è la Germania. Nel paese della Merkel finisce quasi una bottiglia su tre di extravergine nostrano commercializzato nel Vecchio Continente, con un incremento del 5 per cento, davanti a Francia e Gran Bretagna.

Sul fronte extra Ue, rimangono stabili gli acquisti in Cina mentre si registra un balzo in avanti in Giappone (+18 per cento), che supera la Francia e diventa il terzo mercato di riferimento dopo Usa e tedeschi.

Crescono però anche gli arrivi di olio dall’estero, con il nostro Paese che è oggi il più grande importatore mondiale. Il valore dell’import nei primi sette mesi 2013 è cresciuto del 14 per cento. Quasi la metà dell’olio straniero che arriva in Italia viene dalla Grecia, grazie anche al fatto che tra gennaio e luglio gli acquisti dal paese ellenico sono addirittura triplicati. La Grecia scavalca così la Spagna come primo mercato, favorita dal crollo degli arrivi di olio spagnolo, quasi dimezzatisi. Al terzo posto la Tunisia (+50 per cento).

In questo contesto sono positive le modifiche approvate dalla Commissione europea per facilitare la prevenzione di pratiche fraudolente nel settore sotto la spinta della legge Mongiello cosiddetta “salva olio Made in Italy” fortemente sostenuta dalla Coldiretti. Le modifiche apportate dalla Commissione Europea al regolamento n. 2568/91 prevedono – spiega la Coldiretti – il decremento graduale dei limiti di etil esteri consentiti: 40 mg/kg per la campagna 2013/2014, 35 mg/kg per il 2014/2015 e 30 mg/kg per le campagne successive. La Commissione ha giustamente recepito le decisioni del Consiglio oleicolo internazionale facilitando in tal modo le azioni volte alla prevenzione di pratiche fraudolente che danneggiano fortemente la produzione Made in Italy.

L’Italia è il secondo produttore mondiale di olio di oliva con circa 250 milioni di piante ma è anche il principale importatore mondiale. Il fatturato del settore è stimato in 2 miliardi di euro con un impiego di manodopera per 50 milioni di giornate lavorative. E’ quindi evidente la necessità di norme a tutela dei consumatori di un Paese come l’Italia in cui l’olio di oliva è praticamente presente sulle tavole di tutti gli italiani con un consumo nazionale stimato in circa 14 chili a testa.

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