IMG_8487 Universita PD - Il GIardino della BiodiversitaUn nuovo modo di conoscere e fare botanica che abbina la ricerca all’intrattenimento e che ha nell’innovazione il suo dna: è stato presentato lo scorso 14 ottobre dal Rettore Giuseppe Zaccaria l’ampliamento dell’Orto Botanico dell’Università di Padova, il primo giardino botanico universitario al mondo.
Nato nel 1545 per coltivare e studiare le piante medicinali e per secoli rimasto un modello di riferimento per gli Orti botanici Europei, oggi l’Orto patavino annette all’area storica una nuova superficie di 15 mila mq chiamata Il Giardino della Biodiversità.

L’ampliamento dà vita a un percorso fitogeografico dei 5 continenti e a un viaggio attraverso i biomi del pianeta, ossia quelle ampie porzioni di biosfera che riuniscono ecosistemi caratterizzati dalle medesime condizioni ambientali.

Il nuovo ampliamento si propone di catturare appassionati e curiosi offrendo loro un’esperienza che sposa la botanica a un alto grado di tecnologia, mentre un più vasto pubblico può trovare nell’Orto un destination place, luogo urbano ricco di spazi espositivi, di intrattenimento e di relazione.

L’ampliamento è in fase di attuazione e sarà completato entro l’estate del 2014.

Il progetto architettonico
L‘ampliamento dell’Orto prende le forme di una grande teca di vetro lunga circa 100 metri e alta dai 18 ai 15 che illustra un’ideale sezione del globo, dall’equatore degradando verso i poli. Qui, in 5 serre, sono portati in vita i diversi ambienti, da quelli caratterizzati da condizioni più favorevoli per la vita (con abbondante umidità e elevate temperature che fanno crescere la foresta pluviale) sino alle condizioni più estreme (dove il freddo e la scarsa umidità rendono la vita quasi impossibile).
L’architettura è di forte impatto visivo: posizionata in un contesto di altissimo valore storico, il progetto rilegge le regole compositive che determinano l’impostazione della parte cinquecentesca, rispettando le dimensioni e i passi dell’antico Hortus cintus. Inoltre il progetto mantiene il medesimo orientamento degli assi che visivamente collegano le adiacenti cupole del complesso di Santa Giustina a quelle di Sant’Antonio, offrendo ai visitatori una suggestiva visione d’insieme.
Dalla lama d’acqua che separa l’Orto antico e il moderno fino alle cascate che dividono un bioma dall’altro, l’acqua è il leitmotif del Giardino della biodiversità. L’edificio è progettato per il recupero delle acque piovane, garantendo al sistema l’autosufficienza idrica, e per ridurre il più possibile l’impatto ambientale: la sua forma e l’articolazione di spazi e impianti sono ottimizzati per sfruttare al massimo l’apporto dell’energia solare e per trasformare l’ambiente interno e quello circostante, grazie a soluzioni progettuali e tecnologiche.
Il progetto è firmato dall’architetto Giorgio Strappazzon dello studio VS associati che si è aggiudicato nel 2005 il concorso internazionale per la progettazione bandito dall’Università.
L’idea espositiva
L’esposizione all’interno delle cinque serre si articola in tre diversi percorsi:
La Pianta e l’ambiente: il Giardino della Biodiversità raccoglie oltre 1300 specie ripartite in aree che simulano le condizioni climatiche dei biomi portando i visitatori a compiere un ideale viaggio attraverso la foresta pluviale tropicale, la foresta tropicale subumida e savana, il clima temperato e mediterraneo, il clima arido, la tundra artica, tundra alpina e antartide.
La Pianta e l’uomo: tramite pannelli, filmati, exhibit interattivi, reperti le nuove serre raccontano il pianeta dal punto di vista delle forme di vita vegetali indagando il ruolo svolto nel rapporto con l’uomo. Partendo dalla considerazione che le piante sono organismi complessi dotati di venti modi diversi di percepire l’ambiente che li circonda e di interagire con esso, il Giardino indaga come l’intelligenza vegetale e l’intelligenza umana abbiano svolto un comune percorso di coevoluzione.
La Pianta nello spazio: un approfondimento futuro sui temi legati alle possibili condizioni di vita extra-terrestre e sugli effetti che l’inquinamento estremo, o lo stesso intervento dell’uomo, producono sulle specie vegetali. Simulazioni di viaggio, come quella di un equipaggio nello spazio, oppure di tipo insediativo, o ipotesi di una colonia su Marte, sono utilizzate per esemplificare queste riflessioni.
All’esterno delle serre le aiuole sono dedicate a temi specifici e prevedono la coltivazione di specie compatibili con il clima locale, quali le piante alimurgiche, i giardini fioriti, le piante aromatiche.
Il Wikiorto
Il progetto è caratterizzato da modalità di fruizioni interattive e un alto livello di tecnologia. Nel giardino della biodiversità anche un comune smartphone o un tablet diventeranno per i visitatori strumenti per relazionarsi con gli ambienti e le piante: un wikiorto che vivrà sul web consentirà ai visitatori di prepararsi alla visita e di rimanere in contatto con le piante anche una volta usciti dai cancelli. Prima della visita, il sito dell’Orto consentirà di scaricare applicazioni, esplorare i percorsi e acquistare il biglietto. Durante la visita, l’accesso a informazioni e approfondimenti tramite i cartellini di identificazione delle piante permetterà di approfondire le conoscenze nonché di provare esperienze di realtà aumentata. Dopo la visita, una speciale app consentirà di restare in contatto con l’Orto, continuando a far parte di una comunità virtuale.
Un destination place
Accanto alla ricerca e allo studio, la nuova superficie dell’Orto si propone di essere anche un luogo di aggregazione urbana, che nel tessuto cittadino trova una sua armonica collocazione. Un vero e proprio destination place in cui i visitatori saranno coinvolti non solo attraverso spazi espositivi, ma anche di intrattenimento. Le aree Kids, Ristorazione, lo Store, lo spazio Eventi offriranno attività ad hoc per studenti così come per le famiglie con bambini, per i professionisti così come per i turisti, per gli appassionati di botanica e semplici curiosi. Partnership d’eccellenza con aziende e privati la cui filosofia sia congrua a quella dell’Orto Botanico verranno avviate, privilegiando le attività italiane che in particolare possano valorizzare il territorio veneto e della città di Padova.
“L’influenza che l’Orto della nostra Università ha manifestato nel corso dei secoli è innegabile” dichiara il Magnifico Rettore dell’Università di Padova Professor Giuseppe Zaccaria. “Proprio quest’anno, non a caso, il New York Botanical Garden ha dedicato all’Orto di Padova, una fortunatissima mostra dal titolo ‘Wild Medicine’. Sulla scia di questo recente successo la sfida a proseguire sulla strada dell’eccellenza si è fatta sempre più alta e il progetto di ampliamento non poteva essere da meno. Siamo estremamente orgogliosi di questa iniziativa destinata a segnare una nuova stagione per l’Orto e che rende Padova – oggi come cinquecento anni fa – precursore dei tempi“.

I numeri dell’Orto botanico dell’Università di Padova
1545: La data di fondazione
1586: La pianta più antica dellʼOrto è la Palma di Goethe (Chaemerops humilis)
50: Le specie conservate nella Banca del germoplasma a una temperatura di -18 °C
1997: La data di inserimento dellʼOrto antico nel patrimonio dellʼumanità Unesco
6.000: Le specie vegetali coltivate nellʼOrto antico
1.300: Le specie nel nuovo Giardino della biodiversità
110 metri: La lunghezza delle nuove serre.
1,5 ettari: lʼestensione del Giardino della biodiversità
1.050 mq: la superficie del giardino pensile che produce 766.500 litri di O2
450.000 litri: La capacità della vasca per il recupero delle acque piovane
33.933 Kg: la quantità di CO2 non immessa nellʼatmosfera utilizzando lʼenergia solare
3.643.722 litri: Il volume delle acque piovane recuperate in un anno
52.205 kWh: Lʼenergia elettrica prodotta in un anno dallʼimpianto fotovoltaico
15.000.000 €: lʼinvestimento complessivo per il progetto di ampliamento
estate 2014: lʼapertura prevista al pubblico del Giardino della Biodiversità

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