Le spezie hanno avuto da sempre una grande influenza sul nostro linguaggio e sulla nostra storia. La ricerca di questi prodotti semplici, ha portato alla scoperta e alla sottomissione di interi continenti, e alla fondazione o distruzione di colossali imperi. Un tempo, infatti, le spezie preziose come l’oro, venivano custodite gelosamente ed erano considerate un tesoro d’inestimabile valore.
Associate a terre lontane ed esotiche, a volte ritenute potenti afrodisiaci, colorarono le pagine della letteratura Sette-Ottocentesca e de Le mille e una Notte, facendo riferimento al misterioso Oriente e ai suoi piaceri sensuali.
Nel XVI secolo i Puritani ne bandirono l’uso, convinti che infiammassero le passioni; è per questo che “piccante” ha assunto un significato che va ben oltre la semplice interpretazione letterale. Gli archeologi hanno scoperto che l’uso delle spezie è precedente alla storia registrata per iscritto. Semi di sesami e carvi, erano conosciuti da civiltà antichissime, i Cinesi conoscevano già la cassia nel 3000-2500 a.C., e gli Egizi utilizzavano le spezie per l’imbalsamazione.
La regina di Saba portò in dono delle spezie al re Salomone, che ne cantò le lodi. Salomone visse intorno al 1000 a.C., ma la cannella ad esempio era presente ancor prima nell’olio santo con cui Mosè aveva unto l’Arca dell’Alleanza. Non si conosce con esattezza la provenienza della cannella, sebbene nel 450 a.C. lo scrittore greco Erodoto, scrivesse un resoconto tanto curioso quanto fiabesco di un raccolto di quest’ultima in Arabia. La cannella non cresceva nella penisola Araba, ma erano proprio gli Arabi a controllare l’antica via delle spezie.
Le più preziose giungevano in Europa da India e Cina lungo le vie delle carovane, e in particolare lungo la via della seta, che passava a sud del deserto di Gobi, a nord dell’Himalaya e attraverso Afghanistan e Persia prima di raggiungere l’Europa orientale. I mercanti arabi si arricchirono grazie all’insaziabile appetito di sapori esotici e piccanti dei Romani. Plinio il Vecchio, nel 70 a.C., deplorava l’eccessiva quantità d’oro che veniva spesa nell’acquisto in spezie da parte dell’Impero. A quei tempi molto probabilmente, le spezie orientali venivano trasportate anche dai mercanti indonesiani attraverso vasti tratti di oceano aperto fino alla Costa orientale dell’Africa e alla penisola Araba, per essere poi portate a Roma.
Coriandolo, chiodi di garofano, senape, anice e cassia erano spezie note e usate dai Romani nella loro cucina agro-dolce e raffinata. Con le invasioni barbariche che seguirono alla caduta dell’Impero Romano, l’Europa fece un notevole passo indietro, dimenticando l’uso delle spezie e fu solo con i Normanni, che conquistarono gran parte della Francia, che vi fu nuovamente la loro ascesa in cucina. Si dovette però attendere sino all’XI secolo, quando le Crociate portarono i guerrieri europei in nuove terre, affinché la passione per le spezie si risvegliasse completamente. Iniziò allora un fiorente commercio con l’Oriente che ebbe il suo centro a Venezia; seta, profumi e spezie orientali giungevano in Occidente attraverso le vie tradizionali, trasportate dagli intraprendenti Arabi.
Tuttavia le spezie nel Basso Medioevo divennero così comuni in Europa, da esser citate da Geoffrey Chaucer (1340-1400) neI racconti di Canterbury. Nel 1480 i Portoghesi circumnavigarono l’Africa e nel 1497 Vasco de Gama, sbarcando sul suolo indiano, annunciò: “Sono venuto per i cristiani e per le spezie”.
Come i Portoghesi, anche gli Spagnoli avevano ambizioni territoriali e nel 1492 Cristoforo Colombo, navigando verso occidente, scoprì il Nuovo Mondo, ma non le spezie orientali che cercava. Nei primi anni del secolo XVI i Portoghesi stabilirono il loro dominio nelle Isole delle Spezie (Molucche) ed ebbero il monopolio di noce moscata, macis e chiodi di garofano per quasi cent’anni, mentre gli Spagnoli scoprivano, in America e nelle Indie occidentali, nuove spezie come il peperoncino, la vaniglia e il pimento, che furono apprezzate in Europa.
All’inizio del XVII secolo, francesi, inglesi e olandesi decisero di partecipare alla spartizione del bottino. Raggiunsero il loro scopo, espulsero gli Spagnoli da gran parte del Nuovo Mondo e crearono imperi in Oriente che sarebbero durati per circa tre secoli, divenendo i signori incontrastati del mercato delle spezie.
Annamaria Parlato