Il Ministro Zaia ha firmato il decreto dopo la decisione di negare l’autorizzazione alla domanda di iscrizione al registro di un mais OGM assunta dalla Commissione per le sementi istituita presso il Ministero delle politiche agricole.
La decisione unanime della Commissione sementi – sottolinea Marini – ha un valore ancora maggiore se si considera che in essa sono rappresentate, oltre ai Ministeri delle Politiche Agricole, della Salute e dell’Ambiente, le regioni italiane tra le più importanti dal punto di vista agricolo che si sono pronunciati a favore di una Italia libera da OGM.
Ci sentiamo in buona compagnia essendo in Europa ben 21 su 27 i Paesi dove non si coltiva mais geneticamente modificato mentre in Italia – precisa Marini – non c’è sondaggio dal quale non emerga che tre italiani su quattro sono contrari e pertanto oggi plaudono a questa decisione.
Dall’analisi effettuata dalla Coldiretti sul rapporto annuale 2009 dell’“ International Service for the Acquisition of Agri-biotech Applications” (ISAAA) emerge che la coltivazione OGM in Europa interessa solo sei Paesi e riguarda solo il mais bt geneticamente modificato, la cui la superficie coltivata nel 2009 si è drasticamente ridotta del 12 per cento passando da
Il drastico crollo nei terreni seminati con organismi geneticamente modificati in Europa nel 2009 conferma che nel coltivare prodotti transgenici, oltre ai rischi per la salute e per l’ambiente, non c’è neanche convenienza economica. Il fatto che, anche dove è possibile la coltivazione, gli agricoltori riducano le semine è la più concreta dimostrazione che – conclude