Può sembrare sorprendente che parte di un antico acquedotto sia diventato, ben duemila anni dopo la sua costruzione, un importante attrattore turistico della provincia di Napoli, ma la Piscina Mirabilis di Bacoli (NA) è davvero un’opera fuori dal comune, testimonianza delle grandi capacità ingegneristiche degli antichi Romani.

Piscina Mirabilis: perché questo nome?

Il nome non inganni, non si tratta di una piscina per attività natatorie. Il nome di Piscina Mirabilis, cioè da ammirare, viene attribuito a Francesco Petrarca che ebbe modo di visitarla nel XIV secolo, estasiato dalla grandezza dell’opera e dalla sua involontaria bellezza.

Questo grandissimo ambiente ipogeo infatti non era altro che la più grande cisterna di raccolta dell’acqua potabile costruita in epoca romana e non venne certo realizzata per farne un monumento o per essere vista da qualcuno. Lo scopo della sua costruzione fu quello di rendere ottimale l’approvvigionamento dell’acqua nell’area flegrea, sia per le numerose navi militari della Classis Misenensis ormeggiate nel vicino porto di Miseno, sia le opulente ville patrizie della zona.

Piscina Mirabilis: la più grande in epoca romana

La sua capacità complessiva era di 12600 metri cubi di acqua proveniente dalle sorgenti di Serino, lontane quasi 100 km tramite l’Acquedotto Augusteo, con un livello di partenza di 330 m e un livello di arrivo di 8 metri.

Lungo il percorso l’acquedotto riforniva anche le città di Pompei, Ercolano, Nola, Acerra, Atella, Pozzuoli e Cuma e la grande cisterna era, appunto, il suo invaso terminale. Scavata nel tufo per una profondità di 15 metri e realizzata con una pianta rettangolare di 70 per 26 metri, è divisa in cinque navate lunghe e tredici corte da 48 pilastri cruciformi disposti su quattro file.

Le pareti e i pilastri furono costruiti in opus reticolatum e la successiva impermeabilizzazione in cocciopesto, tecnica nella quale i Romani erano maestri. Al centro della navata centrale una vasca di venti metri per cinque, profonda poco più di un metro, detta piscina limaria, serviva alla decantazione e purificazione delle acque.

Dopo l’abbandono, un primo restauro nel 1910

La cisterna non venne più utilizzata a partire dal V secolo a causa della distruzione dell’Acquedotto Augusteo e rimase del tutto abbandonata, svuotata dell’acqua che conteneva.
I primi lavori di restauro, che richiesero innanzitutto lo scavo del monumento, avvennero tra il 1910 e il 1926. In tale occasione fu eseguito anche un consolidamento delle pareti e della volta della prima navata. Un altro intervento, nel 1936, servì alla ricostruzione di alcune parti mancanti delle volte. In ultimo, nel 2007, fu ripristinata l’impermeabilizzazione della terrazza al di sopra della cisterna.

Piscina Mirabilis: attrazione del Gran Tour

La sua fruizione turistica “di massa” iniziò già nel corso del Settecento, quando gli aristocratici viaggiatori del Grand Tour accorrevano a visitare l’imponente struttura che, grazie alla sua divisione in navate, evocava la visione di un’antica cattedrale. Già verso la fine del Quattrocento il famoso ingegnere militare Giuliano da Sangallo ne era rimasto fortemente impressionato.
La struttura che al mondo maggiormente assomiglia alla Piscina Mirabilis di Bacoli si trova a Istanbul ed è la famosa Cisterna Basilica (*nella foto in basso), che aveva la stessa funzione di raccolta delle acque, in questo caso portate dall’Acquedotto di Valente dalle foreste intorno all’attuale Belgrado.
Entrambe sono il segno indelebile del genio costruttivo dell’antica Roma di fronte al quale non possiamo che restare profondamente ammirati.

Orari visite: venerdì, sabato e domenica con visite guidate: 10:00 – 12:00 – 14:00 – 15:00

Informazioni: +39 081.0140916

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