MILO (CT). Vulcania raddoppia e unisce sotto il segno del vulcano. Grande successo per Vulcania-Etna, il nuovo appuntamento del Forum Internazionale dei vini bianchi da suolo vulcanico, curato dal Consorzio del Soave che si è svolto a Milo, nel Catanese, e che ha visto rinnovato il patto di collaborazione tra il Consorzio del Soave, il Consorzio dell’Etna, il Consorzio dei Campi Flegrei, il Consorzio del Lessini Durello e il Consorzio del Gambellara, tutte aree viticole accomunate dall’origine vulcanica dei suoli.
Prosegue e si rafforza dunque l’intesa tra i cinque consorzi di tutela stipulata lo scorso giugno a Montecchia di Crosara, nell’ambito di Vulcania-Soave 2011, con il chiaro intento di lanciare una strategia condivisa in tema di valorizzazione e promozione dei vini bianchi italiani da suolo vulcanico sui mercati italiano e internazionale.
Identità territoriale e sinergia organizzativa e promozionale fungono da collante per le aree produttive coinvolte che, guidate dal Consorzio del Soave, consolidano la loro unione grazie al Vulcano come comun denominatore. Questo fenomeno infatti, analizzato prima dal punto di vista dei suoli e poi da quello del terroir, diventa ora una chiave di lettura trasversale, immediata e comprensibile, attraverso la quale è possibile comunicare i valori delle produzioni enologiche al consumatore finale, italiano ma soprattutto straniero.
Una semplificazione nella comunicazione del vino che trova fondamento i numeri precisi: sulla Terra ci sono infatti circa 124milioni di ettari di suoli originati da fenomeni vulcanici, una superficie grande quattro volte l’Italia e 20.000 volte la superficie del vigneto iscritto alla doc Soave.

Si tratta dell’1% della superficie del Pianeta, una percentuale molto piccola in grado però di fornire sostentamento ad oltre il 10% della popolazione mondiale, a testimonianza della fertilità di questi generosi bacini produttivi.
Vulcania-Etna ha aperto la 31esima edizione di ViniMilo, l’annuale rassegna di eventi enogastronomici organizzati nel comune vitivinicolo etneo di Milo dal 26 agosto all’11 settembre e che prevede un programma ricco di degustazioni e convegni con ospiti d’eccezione, serate a tema e laboratori del gusto.
Una kermesse che porta in sé notevoli valenze culturali. “Dopo alcuni anni che come produttori di Soave ci confrontavamo con i grandi vini bianchi di alcune aree viticole italiane – evidenzia Aldo Lorenzoni, Direttore del Consorzio del Soave – ci siamo accorti che ce n’erano un paio con le quali ci trovavamo in particolare sintonia: quella dell’Etna e la zona dei Campi Flegrei. Perciò abbiamo cominciato a pensare se potevamo unire le forze e presentarci insieme al mondo, con un messaggio univoco e facile da capire. Una chiave di lettura per i nostri vini che semplificasse la comprensione della loro complessità, rendendoci vincenti rispetto ad altri. Questo elemento differenziante e unificatore al tempo stesso è proprio il vulcano”.
Un’apertura sottolineata anche da Michele Farro, presidente del Consorzio di Tutela dei Vini dei Campi Flegrei: “Insieme al Soave, all’isola d’Ischia e ai vini dell’Etna abbiamo iniziato un percorso importante, che presto sarà condiviso anche dai vini del Vesuvio e che ci aiuterà a portare sui mercati internazionali anche i nostri prodotti, in modo da comunicare di più e meglio il Made in Italy”.
Due sono state le occasioni di approfondimento relative ai tratti caratteristici dei vini da suolo vulcanico. La prima dedicata al “Forum Internazionale dei vini bianchi da suolo vulcanico” e organizzata dal Consorzio del Soave, in collaborazione con il Consorzio di Tutela Vini Etna DOC e Campi Flegrei presso l’azienda Barone di Villagrande, è stata condotta da Massimo Zanichelli, giornalista della “Guida Vini d’Italia” de l’Espresso e da Giovanni Ponchia, enologo del Consorzio del Soave, e ha riguardato una serie di vini dolci prodotti nelle aree vitivinicole di Lipari, Salina, Pantelleria, Soave, Monti Lessini, Gambellara, Ischia ed Etna. La seconda – che tra gli altri ha visto la partecipazione straordinaria di George Hock, primo sommelier al ristorante “La Scarpetta” di New York, e della scrittrice americana Elaine Trigiani – si è focalizzata invece sui vini bianchi dai territori dell’Etna, Campi Flegrei e Soave basati sui rispettivi vitigni autoctoni quali Carricante, Falanghina e Garganega.

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