CERIGNOLA (FG). L’Amministrazione comunale aderisce a “Il Grappolo dei diritti: Lavoro, legalità, libertà”, un progetto di Libera, l’associazione guidata da don Luigi Ciotti, in prima fila nella lotta alla criminalità organizzata. Il sindaco Giannatempo: “L’ evento è un segnale di speranza per la nostra comunità, che non cederà alla pressione criminale”. Così ha preso il via, lo scorso venerdì, la prima vendemmia su terreni confiscati alla mafia a Cerignola.

 

Operai italiani ed immigrati, regolarmente assunti, lavoreranno insieme per raccogliere circa quattro ettari di uva da tavola. L’iniziativa è inserita nell’ambito del progetto, realizzato dall’associazione Libera, intitolato “Grappolo dei diritti: Lavoro, legalità, libertà” e patrocinato dall’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati ad organizzazioni criminali.

 

L’Amministrazione comunale ha affidato a Libera – in collaborazione con la Confederazione italiana agricoltori, la cooperativa Terre di Puglia Libera terra e la cooperativa Pietra di Scarto di Cerignola – la raccolta dell’uva sui terreni confiscati alla mafia. L’ultima tappa in ordine di tempo del percorso di collaborazione tra Comune e Libera, che si sta rivelando a dir poco proficua.

 

“Questa speciale vendemmia costituisce un segnale di speranza per la nostra comunità, che non cederà alla pressione della criminalità – afferma il sindaco Antonio Giannatempo – siamo intenzionati a proseguire questa lotta e a offrire il nostro totale sostegno ai cittadini stranieri che arrivano dalle nostre parti per lavorare ma che sono schiavizzati dai caporali”.

 

Una delegazione del Comune, di Libera, della Cia e dei sindacati ha poi raggiunto Castelvolturno, nel casertano, per portare l’uva agli immigrati ospiti del Centro Fernandes della Diocesi di Capua. A seguire un momento di incontro e scambio sul tema “La legalità nel mondo del lavoro e l’uso sociale dei beni confiscati alle mafie”, a cui hanno preso parte i giovani, selezionati con bando pubblico, che costituiranno la cooperativa “Le Terre” di don Peppe Diana, il sacerdote barbaramente ucciso nel 1994 da esponenti del clan dei Casalesi. La cooperativa gestirà terreni confiscati alla camorra in provincia di Caserta.

 

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