LECCE. Una nuova avventura, destinata a rimanere una delle più importanti nella vita professionale di Antonio Campeggio: è quanto, da pochi mesi, il maestro stellato di Arte Bianca è impegnato a fare, in un percorso che impegna la mente, ma anche l’animo.

Antonio Campeggio, infatti, è stato incaricato, dalla direzione del carcere Borgo San Nicola di Lecce, quale docente per i detenuti della casa circondariale.

Il suo compito, quello di insegnare un mestiere a delle persone che, pur ree di aver commesso un errore, si troveranno -una volta scontata la pena- a doversi inserire nuovamente all’interno del tessuto sociale senza avere il più delle volte alcuna prospettiva, se non quella di ritornare a cedere al richiamo dell’illegalità.

Prestare attenzione a questi uomini significa non solo offrire loro una prospettiva di vita più onesta, ma anche contribuire a costruire un futuro più civile per la nostra società.

Un percorso formativo che mira al coinvolgimento diretto dei detenuti, mediante due lezioni settimanali tenute direttamente nel laboratorio appositamente allestito all’interno della casa circondariale e composto da attrezzature di ultima generazione utili alla produzione dolciaria a livello professionale.

“Mettere le mani in pasta, svelare i segreti di un mestiere che richiede impiego fisico e mentale -il commento di Antonio Campeggio- i cardini di una serie di lezioni che intendono preparare i miei corsisti al un potenziale reinserimento nel mercato del lavoro. Oltre all’intenzione di trasmettere loro una passione, strumento per un approccio positivo alla vita e strumento per un convincimento della portata positiva dei valori di legalità, cultura e civiltà”.

Il lavoro di formazione, svolto in stretta sinergia con la direzione del carcere rappresentata dalla dott.ssa Rita Russo e della Polizia Penitenziaria che presta servizio nel blocco R1, intende porsi quale sostegno psicologico soprattutto nei confronti di coloro che si pongono con un approccio particolarmente positivo e propositivo. L’obiettivo, quello di fare uscire i prodotti all’esterno della casa circondariale e creare una rete commerciale che possa dare ancora maggiore luce e creare sensibilizzazione attorno a questo importante progetto. Una chance in più e un modo positivo per affrontare un periodo particolare della propria vita.

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