Fa paura a tre italiani su quattro la produzione di carne, latte e formaggi proveniente da animali clonati che è l’ultima frontiera del rapporto tra scienza ed alimentazione. E’ quanto afferma la Coldiretti nel commentare la traccia socio-economica sul rapporto fra scienza e alimentazione che pone l’interrogativo: “Siamo quello che mangiamo?” con la quale si sono confrontati molti studenti impegnati nell’esame di maturità.

Il 75 per cento degli italiani vede la clonazione degli animali con una preoccupazione maggiore rispetto alla media dei cittadini europei tra i quali gli oppositori sono comunque il 65 per cento, secondo le elaborazioni Coldiretti su dati Eurobarometro.

Il livello di scetticismo degli italiani, nonostante il rincorrersi di notizie miracolistiche sugli effetti benefici delle nuove modificazioni genetiche effettuate su animali e vegetali in laboratorio (dal supersalmone ad accrescimento rapido al riso ipervitaminico fino al latte materno da mucche transgeniche), rimane dunque elevato.

Anche perché la realtà  è infatti che le manipolazioni genetiche attualmente in commercio riguardano pochissimi prodotti (mais, soia e cotone) e sono diffusi nell’interesse di poche multinazionali senza benefici riscontrabili dai cittadini.

Scienza e tecnologia non sempre sono portatrici di verità assolute e quando le  loro applicazioni sono di portata tale che eventuali errori avrebbero ricadute globali e incontrollabili su salute e ambiente è importante – sostiene la Coldiretti – seguire il principio della precauzione.

Lo dimostra l’ultima grande emergenza alimentare, quella della “mucca pazza”, avvenuta esattamente dieci anni fa a causa dell’utilizzo delle farine animali nell’alimentazione degli animali ruminanti proprio sotto l’impulso della ricerca scientifica.

“E’ bene tenere in mente che sulle applicazioni scientifiche che potenzialmente possono arrecare danni planetari, irreversibili e irrisolvibili, come le manipolazioni genetiche degli alimenti, i cittadini hanno il diritto e il dovere di poter decidere se e come ciò che la scienza propone debba essere applicato”, ha affermato il Presidente della Coldiretti Sergio Marini nel sottolineare che gli agricoltori italiani sono ben lieti di poter continuare a produrre il buon cibo libero dalle contaminazioni da OGM.

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