CARNE EQUINAQuando riempiamo il carrello della spesa, è bene domandarsi: “Quanto è buona la carne che sto acquistando?”. Per rispondere a questa domanda è fondamentale essere in grado di riconoscere la qualità al momento dell’acquisto. In che modo? Considerando più fattori.
La tenerezza non è sicuramente il più importante: anche la presenza del grasso aiuta durante la cottura ad avere una carne tenera e saporita.
Per di più la presenza di grasso intramuscolare sotto forma di fini striature o di piccole macchie bianche (chiamasi marezzatura) indica che gli animali sono stati alimentati bene.

Scartare a priori il grasso e il tessuto connettivo può provocare problemi anche agli allevatori: essendo per loro difficile vendere le parti grasse, sono costretti a operare in maniera forzata sulla selezione genetica, sull’alimentazione e sul benessere dell’animale.
Allo stesso modo, è preferibile non scartare la cartilagine, ricca di collagene. Quest’ultimo, oltre ad essere di grande apporto proteico, aiuta la salivazione e l’esercizio dentale che sviluppa i muscoli facciali.
Le proteine inoltre sono indispensabili per la crescita e la manutenzione del corpo: oltre alla carne del taglio e alla cartilagine, anche il rivestimento madreperlaceo dei muscoli ne è ricco.
Insieme a grassi e proteine, la carne contiene anche il glicogeno, (unico carboidrato presente che cala però dopo la macellazione), una grande quantità di ferro e le vitamine, inattivate però dal calore della cottura che ne disperde le funzioni benefiche.
Altro fattore di notevole importanza è la scelta tra la carne congelata e quella fresca: la prima durante i processi di congelamento e scongelamento perde sostanze nutritive come la vitamine B12, la vitamina A, la E e l’acido folico.
Osservare bene la carne prima dell’acquisto, è un altro piccolo passo verso il mangiar sano: cercate di preferire le carni di colore uniformemente rosa o rosso. Evitate quelle pallide: il pallore non è un buon segno, soprattutto nel maiale e se combinato ad un’accentuata umidità o patinatura superficiale.
Evitate anche carni che al tatto si presentano flaccide e appiccicose e fate attenzione anche al grasso: deve essere bianco, perché il viraggio verso il giallognolo indica irrancidimento, anche se talvolta può dipendere da una ricca alimentazione dell’animale a base di mais e fieni.

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Federica Caiazzo

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