Il sambuco è una pianta largamente diffusa e molto versatile. Cresce praticamente ovunque: nelle siepi come nei terreni aridi, nei boschi come tra le macerie di un rudere abbandonato.

La sua ampia utilizzazione ha fatto nascere varie credenze; un tempo nessuno avrebbe mai tagliato una pianta di sambuco, ritenendo che portasse male, mentre in ogni giardini ne veniva coltivata una, essendo una sicura protezione contro le streghe.

Era per tradizione immune dai fulmini e si dice che con il suo legno sia stata preparata la croce di Gesù. Il sambuco è una pianta che preferisce terreni umidi e soleggiati. Cresce molto velocemente e si riproduce spontaneamente dal seme, fiorendo dopo tre anni; un altro sistema di propagazione è quello di servirsi di talee legnose, piantandole in autunno.

Il sambuco non è una pianta particolarmente decorativa; ne esiste tuttavia una varietà ornamentale dai fiori gialli e profumatissimi, chiamata “Aurea”. Se sfregate le foglie del sambuco emanano un intenso aroma.

Il periodo di raccolta dei fiori è in estate, da giugno sino ad agosto; i frutti da metà estate a inizio autunno; il resto in qualunque periodo tranne le foglie, che si raccolgono da inizio a metà estate.

In cucina con i fiori si preparano thè e tisane; li si può anche aggiungere a budini, marmellate, gelatine, frittelle e torte di frutta.

In cosmesi invece l’acqua di fiori di sambuco serve per ammorbidire la pelle, la schiarisce, elimina le lentiggini e la decongestiona.

In medicina radice, fusto, foglie, fiori, corteccia e bacche hanno proprietà emetiche; con il sambuco si curano la sciatica, i reumatismi e la cistite; con il thè preparato aggiungendo fiori e menta piperita si combattono raffreddori, tosse e catarro.

Contro le nevralgie e le emicranie è efficacissima la conserva fatte con le bacche, di cui vi suggeriamo gli ingredienti.

PER LA CONSERVA:
500 gr di bacche di sambuco
500 gr di zucchero
Bollire le bacche con pochissima acqua, passarle al setaccio e rimetterle sul fuoco per far asciugare l’acqua. Aggiungere lo zucchero e continuare a cuocere, mescolando finché l’impasto non raggiungerà la consistenza di una marmellata. Conservare in vasetti di vetro, prendendone due cucchiaini quando necessario.

Annamaria Parlato

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